Canzoni e frasi di Miriam Makeba, biografia della cantante sudafricana celebre anche con lo pseudonimo di Mama Africa, vissuta tra il 1932 e il 2008.
Canzoni di Miriam Makeba
– Presta attenzione alle parole che dici e all’effetto che hanno: dovrebbero essere costruttive e creare relazioni sociali, non dividere la gente. (Miriam Makeba)
– Esistono mille cause per ogni cosa che succede. (Miriam Makeba)
– L’Africa ha i suoi misteri e persino un uomo saggio non li capisce, ma li rispetta. (Miriam Makeba)
– Io canto e non mi pongo il problema di come definire la mia musica. Quando negli anni Sessanta sono andata al festival di Monterey dicevano che facevo jazz perché il jazz viene dall’Africa, poi quando ho cantato con Harry Belafonte parlavano di folk. Io canto la mia musica e lascio agli altri le definizioni. (Miriam Makeba)
– Un simbolo dell’Africa? Tutto il continente sulle mie spalle? Pesa decisamente troppo. No, non credo di essere un simbolo. Semplicemente la gente mi dimostra tutta la sua simpatia e il suo affetto. (Miriam Makeba)
Frasi di Miriam Makeba
– Ho ricevuto diverse proposte in proposito e offerte di candidature politiche, ma il mio ruolo è quello di cantare. (Miriam Makeba)
– Canto motivi sempre nuovi anche se non posso esimermi dal fare i successi più amati dal pubblico. Come “Pata Pata”, un brano che per me è diventato quasi un’ossessione. (Miriam Makeba)
– La violenza va sempre rifiutata, perché a farne le spese è poi la gente comune. (Miriam Makeba)
– Ci sono tre cose per le quali sono venuta al mondo e ci sono tre cose che avrò nel cuore fino al giorno della mia morte: la speranza, la determinazione e il canto. (Miriam Makeba)
– Ho un sospetto, ossia che chi parla di world music parli in realtà di “third world music” ma è troppo “politically correct” e, perciò, trova un’altra espressione. (Miriam Makeba)
Biografia di Miriam Makeba
Meglio nota come Mama Africa, Miriam Makeba nacque a Johannesburg il 4 marzo 1932 e morì a Castel Volturno i 9 novembre 2008. Divenne una famosa e apprezzata cantante sudafricana nel campo della musica Jazz e della World Music.
Si impegnò politicamente nella lotta contro l’apartheid e fu per questo delegata alle Nazioni Unite.
Debuttò come cantante negli anni cinquanta con il gruppo Manhattan Brothers, per poi successivamente dare vita a una nuova band, denominata The Skylarks, che coniugava il jazz con la musica di tradizione sudafricana.
Miriam arrivò all’apice del successo ma questo la fece condannare all’esilio dal governo di Pretoria, in seguito al suo primo tour negli Stati Uniti nel Sessanta.
I governanti di allora non potevano infatti sopportare che fosse diventata il simbolo di un popolo oppresso.
Per questo motivo rimase lontana dal suo paese per circa trent’anni, fattore che la causò una grande sofferenza, visto che era estremamente legata alla sua terra di origine.