Citazioni, aforismi e frasi di Erasmo da Rotterdam, umanista, filosofo, teologo e scrittore olandese nato nel 1466 o 1467 a Rotterdam, nei Paesi Bassi, considerato uno dei più importanti intellettuali del suo tempo e uno dei principali rappresentanti dell’umanesimo rinascimentale. Si distinse per il suo acuto pensiero critico, la sua profonda erudizione e la sua abilità nel confrontarsi con le idee dell’epoca. Inoltre cercò di promuovere un approccio più umano e tollerante alla religione, criticando sia l’abuso di potere nella Chiesa cattolica che le dottrine e le pratiche dei riformatori protestanti. Erasmo morì nel 1536 a Basilea, in Svizzera, lasciando un’eredità duratura come uno dei grandi pensatori del Rinascimento e come una figura chiave nel dibattito religioso e intellettuale dell’epoca.
Citazioni di Erasmo da Rotterdam
– La Fortuna ama gli imprudenti, gli audaci, quelli che adottano il motto “il dado è tratto”. La saggezza, invece, rende piuttosto timidi; perciò comunemente vedete questi sapienti impegnati a combattere con la povertà, la fame, il fumo; li vedete vivere dimenticati, senza prestigio, senza simpatie: mentre gli stolti, ben forniti di soldi, raggiungono le alte cariche dello Stato e, per dirla in breve, prosperano in tutti i sensi.
– Le stesse parole che dette da un filosofo gli costerebbero la testa, in bocca a un buffone suscitano allegria.
– Tutto lo stile degli oratori è tale da farti giurare che abbiano avuto per maestri i ciarlatani di piazza, restandone però molto al disotto. Tuttavia si rassomigliano tanto da non lasciare dubbi: o i ciarlatani hanno imparato la retorica dagli oratori, o gli oratori dai ciarlatani.
– Amo la libertà, e non voglio e non posso mettermi al servizio di un qualsiasi partito.
– La maggior parte dell’umanità indulge alla Follia e quindi le cose peggiori incontrano sempre il massimo successo.
– Il principio della felicità umana consiste essenzialmente in tre cose: natura, ragione, esercizio.
– Tutta la vita umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una maschera diversa, e continua nella parte, finché il gran direttore di scena gli fa lasciare il palcoscenico.
– Un’educazione attenta e irreprensibile è la fonte di ogni virtù.
– La vergogna, l’infamia, il disonore, le offese, nocciono nella misura in cui fanno soffrire. Per chi non se la prende, non sono neppure un male. Che t’importa se tutti ti fischiano, se tu ti applaudi? Che questo ti sia possibile lo devi alla sola Follia.
– I cavalli forti non vanno fiaccati di lavoro.
– Tra i mortali che cosa mai si fa che non trabocchi di follia, e che non sia opera di folli in un mondo di folli? Perciò, se qualcuno volesse opporsi da solo a tutti, io gli consiglierei di ritirarsi, come Timone, in un deserto, per godervi, da solo, la propria saggezza.
– I più grandi mali si sono sempre infiltrati nella vita degli uomini sotto la fallace apparenza del bene.
– La vita umana non è altro che un gioco della Follia.
– Per un mortale, è vera saggezza non voler essere più saggio di quanto gli sia concesso in sorte, fare buon viso all’andazzo generale e partecipare di buon grado alle umane debolezze. Ma, dicono, proprio questo è follia. Non lo contesterò, purché riconoscano in cambio che questo è recitare la commedia della vita.
– Sono due i principali ostacoli alla conoscenza delle cose: la vergogna che offusca l’animo, e la paura che, alla vista del pericolo, distoglie dalle imprese. La follia libera da entrambe. Non vergognarsi mai e osare tutto: pochissimi sanno quale messi di vantaggi ne derivi.
– Pochissimi dei matrimoni già stretti potrebbero durare se tutti i passi fuori strada delle mogli non restassero celati per la cecità o la stupidità dei mariti.
– Le donne corrono dietro agli stolti; fuggono i saggi come animali velenosi.
– Chi ama la guerra non l’ha mai vista in faccia.
– Solo la Follia è capace di prolungare la giovinezza, altrimenti fuggevolissima, e di tenere lontana la molesta vecchiaia.
– Non scuola la diresti, ma sala di tortura: non vi si sente altro che lo schiocco delle sferze, lo strepito delle verghe, gemiti, singhiozzi e atroci minacce. Cos’altro possono impararvi i bambini, se non a odiare la cultura? Una volta che quest’odio ha messo radice nei teneri animi, anche da grandi detestano lo studio.
– Le donne, con le guance sempre lisce, con la voce sempre sottile, con la pelle morbida, danno quasi l’impressione d’una eterna giovinezza. Ma che altro desiderano poi in questa vita, se non piacere agli uomini quanto più è possibile?
– Il primo stadio dell’apprendimento è l’amore per il maestro. Col tempo il bambino che ha cominciato ad amare le lettere in funzione del maestro finirà per amare il maestro in funzione delle lettere.
– Senza il condimento della follia non può esistere piacere alcuno.
– Il tempo basta a tutto, se lo si gestisce con la parsimonia necessaria. Per noi è breve la giornata di cui perdiamo la maggior parte.
– Niente è più frivolo che trattare in modo frivolo cose serie.
– Un uomo non è nato un uomo, ma lo diventa.
Aforismi di Erasmo da Rotterdam
– Se piaci a te stesso, se ti ammiri, questo è proprio il colmo della follia; ma d’altra parte, dispiacendo a te stesso, che cosa potresti fare di bello, di gradevole, di nobile?
– Il miglior modo di onorare i santi è di imitarli.
– Non dimenticate anche questa non trascurabile dote dei folli: solo loro sono schietti e veritieri.
– Quando ho poco denaro, io compro dei libri, e se me ne rimane un poco, compro cibo e vestiti.
– Se per caso una donna vuole passare per saggia, ottiene solo di essere due volte folle.
– Affiancare all’uomo la donna, animale, sì, stolto e sciocco, ma deliziosamente spassoso, che nella convivenza addolcisce con un pizzico di follia la malinconica gravità del temperamento maschile.
– Non è forse del tutto cieco quel Cupido, che è artefice e padre di ogni legame? E come il brutto gli appare bello, così fa in modo che anche a ciascuno di voi sembri bello ciò che gli è toccato in sorte, che il vecchio ami la sua vecchia, e il ragazzo la sua ragazza. Sono cose che accadono a ogni piè sospinto e che muovono il riso; eppure sono proprio queste cose ridicole il fondamento di una società che vive con gioia.
– In gran parte i mariti sono come li fanno le mogli.
– Se la sapienza consiste, secondo la definizione stoica, nell’essere guidati dalla ragione e la follia, invece, nell’essere in balia delle passioni, quanto più passione che ragione ha posto Giove nell’uomo, ad evitare che la sua vita fosse davvero cupa e tetra?
– Ciò che l’occhio è per il corpo, la ragione lo è per l’anima.
– Non si gode a possedere qualche cosa senza compagnia.
– Si è dotati del più alto grado di civiltà se, mentre non si erra mai, si ignorano gli errori degli altri.
– Se la saggezza si fonda sull’esperienza, a chi meglio conviene fregiarsi dell’appellativo di saggio? Al sapiente che, parte per modestia, parte per timidezza, nulla intraprende, o al folle che né il pudore, di cui è privo, né il pericolo, che non misura, distolgono da qualche cosa? Il sapiente si rifugia nei libri degli antichi e ne trae solo sottigliezze verbali. Il folle affronta da vicino le situazioni coi relativi rischi e così acquista, se non erro, la saggezza.
– Il colmo della stupidità è apprendere quello che si dovrebbe dimenticare.
– Per un mortale, è vera saggezza non voler essere più saggio di quanto gli sia concesso in sorte, fare buon viso all’andazzo generale e partecipare di buon grado alle umane debolezze. Ma, dicono, proprio questo è follia. Non lo contesterò, purché riconoscano in cambio che questo è recitare la commedia della vita.
– Quale momento della vita non sarebbe triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso, senza il piacere, e cioè senza un pizzico di follia?
– Se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza, la vecchiaia neppure ci sarebbe. Se solo fossero più fatui, allegri e dissennati godrebbero felici di un’eterna giovinezza.
– Dopo la morte degli uomini sorge una grandissima fama.
– Perché Cupido è sempre fanciullo? perché? se non per la sua leggerezza, per la sua incapacità di fare o pensare qualcosa di assennato?
– Principio, mezzo e fine della stupidità e della cattiveria è un’educazione trascurata e corrotta.
– Quanto più uno lascia a desiderare, tanto più è arrogante nell’autocompiacimento.
– E a forza di sterminare animali, s’era capito che anche sopprimere l’uomo non richiedeva un grande sforzo.
– Pochissimi dei matrimoni già stretti potrebbero durare se tutti i passi fuori strada delle mogli non restassero celati per la cecità o la stupidità dei mariti.
– La vergogna, l’infamia, il disonore, le offese, nocciono nella misura in cui fanno soffrire. Per chi non se la prende, non sono neppure un male. Che t’importa se tutti ti fischiano, se tu ti applaudi? Che questo ti sia possibile lo devi alla sola Follia.
– Quanto più un uomo invecchia, tanto più si riavvicina alla fanciullezza, finché lascia questo mondo in tutto come un bambino al di là del tedio della vita e al di là del senso della morte.
– Il reciproco amore fra chi apprende e chi insegna è il primo e più importante gradino verso la conoscenza
Frasi di Erasmo da Rotterdam
– Ci sono tante grammatiche quanti sono i grammatici, e anche di più.
– La mente umana è fatta in modo tale che è molto più suscettibile alla menzogna che alla verità.
– Affiancare all’uomo la donna, animale, sì, stolto e sciocco, ma deliziosamente spassoso, che nella convivenza addolcisce con un pizzico di follia la malinconica gravità del temperamento maschile.
– È l’intelletto superficiale che non presta all’antichità la dovuta reverenza.
– Quale momento della vita non sarebbe triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso, senza il piacere, e cioè senza un pizzico di follia?
– È il punto principale della felicità che un uomo voglia essere ciò che è.
– C’è forse una qualche parte della vita che non sia cupa, tetra, fastidiosa, senza grazia, senza spirito se non le si sarà aggiunto il condimento della follia, il piacere?
– In qualunque forma, sia prosa o versi, o su qualunque tema, scrivi, scrivi, e ancora scrivi.
– L’unico fatto certo è che senza il condimento della follia non può esistere piacere alcuno.
– Se per caso una donna vuole passare per saggia, ottiene solo di essere due volte folle.
– Che altro è la vita umana se non tutta una commedia, nella quale tutti recitano la loro parte chi con una maschera chi con un’altra, finché a un tratto il capocomico non li faccia uscire di scena?
– Se piaci a te stesso, se ti ammiri, questo è proprio il colmo della follia; ma d’altra parte, dispiacendo a te stesso, che cosa potresti fare di bello, di gradevole, di nobile?
– In definitiva la vita degli uomini nient’altro è che un gioco della follia.
– Solo la Follia è capace di prolungare la giovinezza, altrimenti fuggevolissima, e di tenere lontana la molesta vecchiaia.
– Che cos’è poi questa vita? e se le togli il piacere, si può ancora chiamarla vita?
– Spesso anche un pazzo parla a proposito.
– Gli stoici spogliano il sapiente di tutte le passioni come fossero delle malattie. Tuttavia questi elementi emotivi, non solo assolvono la funzione di guide per chi si affretta verso il porto della sapienza, ma nell’esercizio della virtù vengono sempre in aiuto spronando e stimolando, come forze che esortano al bene.
– Le donne corrono dietro agli stolti; fuggono i saggi come animali velenosi.
– Chi non risparmia le sue critiche a nessun genere di uomini, dimostra di non avercela con nessun uomo, ma di detestare tutti i vizi.
– Costa caro imparare a chi, sbagliando, impara a non sbagliare.
– Come, secondo il proverbio greco, la scimmia è sempre una scimmia, anche se si ammanta di porpora, così la donna è sempre una donna, cioè folle, comunque si mascheri.
– Come non c’è stoltezza maggiore di una saggezza inopportuna, così non c’è maggiore imprudenza di una prudenza distruttrice.
– Chi non sa quanto pochi sono i sapienti, se pur qualcuno ve n’è? In tanti secoli i Greci ne contano in tutto sette, e anche di questi, per Ercole, se si andasse a guardare meglio, nessuno, ho paura, risulterebbe sapiente a metà, e forse neppure per un terzo.
– La fortuna ama le persone non troppo sensate.
– Ciò che distingue il savio dal pazzo è che questi si fa guidare dalle passioni, mentre il primo ha per guida la ragione.
– Quando l’oro parla, l’eloquenza è senza forza.
– Chi va contro natura facendo mostra di capacità fittizie e forzando le proprie reali inclinazioni riesce solo a raddoppiare il difetto.
– Ciò che distingue il savio dal pazzo è che questi si fa guidare dalle passioni, mentre il primo ha per guida la ragione.