Citazioni, aforismi e frasi di Stéphane Hessel, diplomatico e scrittore tedesco naturalizzato francese vissuto tra il 1917 e il 2013, che si impegnò politicamente per tutta la sua vita e fu prigioniero nel campo di concentramento di Buchenwald durante la seconda guerra mondiale.
Citazioni di Stéphane Hessel
– La responsabilità dell’uomo che non può affidarsi né a un potere né a un Dio ma che deve impegnarsi nel nome della propria responsabilità di essere umano.
– Bisogna comprendere che la violenza volta le spalle alla speranza. Bisogna preferirle la speranza, la speranza della non-violenza. È la strada che dobbiamo imparare a seguire.
– Il mio augurio a tutti voi, a ciascuno di voi, è che abbiate un motivo per indignarvi. È fondamentale. Quando qualcosa ci indigna come a me ha indignato il nazismo, allora diventiamo militanti, forti e impegnati. Abbracciamo un’evoluzione storica e il grande corso della storia continua grazie a ciascuno di noi.
– Il peggiore degli atteggiamenti è l’indifferenza, dire “io non posso niente, me ne infischio-. Comportandovi così, perdete una delle componenti essenziali che ci fa essere uomini. Una delle componenti indispensabili: la facoltà di indignazione e l’impegno che ne è la diretta conseguenza.
– Non basta indignarsi per l’ingiustizia del mondo, come se si trattasse di un vasto panorama…Molto concretamente, l’ingiustizia si presenta alla mia porta, adesso, subito.
– Resistere significa rendersi conto che siamo circondati da cose scandalose che devono essere combattute con vigore. Significa rifiutare di lasciarsi andare a una situazione che potrebbe essere accettata come disgraziatamente definitiva.
– Dobbiamo badare tutti insieme che la nostra società resti una società di cui possiamo essere fieri.
– Il nostro arricchimento dev’essere essenzialmente culturale, spirituale, etico, e non un arricchimento puramente quantitativo che si traduce in un aumento di quantità di energia utilizzata, o di prodotti finanziari immessi nel mercato. Bisogna rompere con questo modo di pensare produttivistico, motivato dal sempre di più.
– Il futuro appartiene alla nonviolenza, alla conciliazione tra le culture differenti. È per questa via che l’umanità dovrà superare il suo prossimo traguardo.
– L’indifferenza è il peggiore di tutti gli atteggiamenti. Comportandoci in questo modo, perdiamo una delle componenti essenziali dell’umano. Una delle sue qualità indispensabili: la capacità di indignarsi e l’impegno che ne consegue.
Aforismi di Stéphane Hessel
– Il potere dei soldi, tanto combattuto dalla Resistenza, non è mai stato così grande, arrogante, egoista con i suoi stessi servitori, fin nelle più alte sfere dello Stato.
– L’esasperazione è un rifiuto della speranza. La si può comprendere, direi quasi che è naturale, ma non per questo accettare. Perché non consente di raggiungere i risultati che potrebbe invece produrre la speranza.
– Il motore della Resistenza era l’indignazione.
– La necessità di prendere sul serio i valori sui quali basano la loro fiducia o sfiducia in coloro che li governano è il principio della democrazia, grazie al quale si può influire su coloro che prendono le decisioni.
– Ogni individuo ha diritto al riposo e allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.
– La crisi delle democrazie risulta aggravata dalla crisi economica, e la somma di queste crisi alimenta gli estremismi spesso malcelati dietro la parola populismo.
– La storia è fatta di shock successivi, è la messa in conto di sfide.
– Com’è possibile che oggi manchi il denaro necessario a salvaguardare e garantire nel tempo le conquiste, quando dalla Liberazione, periodo che ha visto l’Europa in ginocchio, la produzione di ricchezza è considerevolmente aumentata?
– Resistere non significa semplicemente riflettere o descrivere. Bisogna anche intraprendere un’azione. Ora, io sono relativamente pessimista su questo punto: la giovane generazione manifesta scarso impegno verso ciò che la scandalizza e contro cui dovrebbe agire.
Frasi di Stéphane Hessel
– Il futuro appartiene alla non-violenza, alla conciliazione delle diverse culture. È questa la via che l’umanità dovrà seguire per superare la sua prossima tappa.
– L’interesse generale deve prevalere sull’interesse particolare, l’equa distribuzione delle ricchezze create dal mondo del lavoro prevalere sul potere del denaro.
– La violenza volta le spalle alla speranza. Le dobbiamo preferire la fiducia, la fiducia nella non-violenza.
– Ciò che ci indigna attualmente è che il pianeta va in malora, che non si fa ciò che andrebbe fatto, che si lascia correre.
– Dobbiamo badare tutti insieme che la nostra società resti una società di cui possiamo essere fieri.
– Non bisognerebbe esasperare, bensì sperare. L’esasperazione è un rifiuto della speranza. La si può comprendere, direi quasi che è naturale, ma non per questo accettare. Perché non consente di raggiungere i risultati che potrebbe invece produrre la speranza.
– Oggi per viver bene non si può certamente prescindere dal benessere materiale, rifiutando però quella concezione quantitativa in base alla quale il progresso si raggiunge attraverso il «sempre di più». Benessere significa qualità della vita, non quantità di beni. Ingloba innanzitutto il benessere affettivo, fisico e morale dell’individuo.
– Il peggiore degli atteggiamenti è l’indifferenza, dire “io non posso niente, me ne infischio”. Comportandovi così, perdete una delle componenti essenziali che ci fa essere uomini. Una delle componenti indispensabili: la facoltà di indignazione e l’impegno che ne è la diretta conseguenza.
– Oggi è riflettendo, scrivendo, partecipando democraticamente all’elezione dei governanti che si può sperare di far evolvere intelligentemente le cose… insomma, con un’azione a lunghissimo termine.