Frasi di Sylvia Plath: aforismi, citazioni

Citazioni, aforismi e frasi di Sylvia Plath, poetessa e scrittrice statunitense vissuta tra il 1932 e il 1963 che contribuì all’evoluzione del genere della poesia confessionale, ovvero ispirata alla vita vissuta personale.

Citazioni di Sylvia Plath

– Il silenzio si ritirò, mettendo a nudo i ciottoli e le conchiglie e tutti i relitti ammaccati della mia vita. (Sylvia Plath)

– Incontrarsi. Sfiorarsi. Ma non è possibile dipanare il groviglio delle nostre vite, inventarne un’altra solo per noi due. (Sylvia Plath)

– Ho bisogno di scrivere e di esplorare le profonde miniere dell’esperienza e dell’immaginazione, far uscire le parole che, esaminandosi, diranno tutto. (Sylvia Plath)

– Se adesso sono viva, allora ero morta anche se, come una pietra, non me ne curavo e me ne stavo dov’ero per abitudine. (Sylvia Plath)

– Essere nata donna è la mia terribile tragedia. Dal momento in cui fui concepita sono stata condannata a sviluppare le mammelle e le ovaie piuttosto che il pene e lo scroto, condannata a una sfera d’amore, di pensiero e di sentimento rigidamente circoscritta dalla mia ineluttabile femminilità. (Sylvia Plath)

– E quando finalmente trovi qualcuno su cui senti di poter riversare la tua anima, ti blocchi sconvolta dalle tue stesse parole: le hai tenute in quella piccola stretta oscurità dentro di te così a lungo, che sono arrugginite, brutte, banali, fiacche. (Sylvia Plath)

– Gli specchi possono uccidere e parlare, come stanze terribili in cui ha luogo una tortura che si può solo guardare. La faccia che abitava in questo specchio è la faccia di un morto. (Sylvia Plath)

– Non sono un’ombra, anche se un’ombra si diparte da me. Sono una moglie. (Sylvia Plath)

– I tulipani sono troppo eccitabili, è inverno qui. Guarda com’è tutto bianco, tutto quieto e innevato. Sto imparando la pace, sdraiata qui da sola mentre la luce si posa quieta su questi muri bianchi, su questo letto, su queste mani. (Sylvia Plath)

– So molto bene quello che mi piace o non. Ma per favore, non chiedermi chi sono. (Sylvia Plath)

– Proprio non imparavo mai: sempre a fabbricarmi scenari romantici di uomini che al primo incontro si innamoravano pazzamente di me, e il tutto sulla base di pochi particolari terra terra. (Sylvia Plath)

– Stare sdraiata è per me più naturale. Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio. (Sylvia Plath)

– Ci sarà qualcuno che sia felice al mondo? No, a meno che non viva in un sogno o in un’invenzione che lui stesso o qualcun altro ha creato. (Sylvia Plath)

– Quando dai a qualcuno tutto il tuo cuore e lui non lo vuole, non puoi riprenderlo indietro, se n’è andato per sempre. (Sylvia Plath)

– Se nevrotico vuol dire desiderare contemporaneamente due cose che si escludono a vicenda, allora io sono nevrotica all’ennesima potenza. (Sylvia Plath)

– Confronto a me, un albero è immortale e la cima di un fiore, non alta, ma più clamorosa: dell’uno la lunga vita, dell’altra mi manca l’audacia. (Sylvia Plath)

Aforismi di Sylvia Plath

– Non sopporto le cadute nel patetico. Niente patetismi, liberatene, decidi cosa fare e fallo. (Sylvia Plath)

– Se sorridesse, la luna somiglierebbe a te. Tu fai lo stesso effetto: di un qualcosa di bello ma che annichilisce. (Sylvia Plath)

– Io desidero quello spirito di sintesi, quella forza plasmante che germoglia, prolifica e crea mondi suoi con più inventiva di Dio. Se sto seduta ferma e non faccio niente, il mondo continua a battere come un tamburo lento, senza senso. Dobbiamo muoverci, lavorare, fare sogni da realizzare; la povertà della vita senza sogni è troppo orribile da immaginare: è il peggior tipo di pazzia. (Sylvia Plath)

– Sono d’argento e rigoroso. Non ho preconcetti. Quello che vedo lo ingoio all’istante così com’è, non velato d’amore o da avversione. (Sylvia Plath)

– Quello che mi spaventa di più, credo, è la morte dell’immaginazione. Quando il cielo lassù è solo rosa e i tetti sono solo neri. (Sylvia Plath)

– Esco. Vuoi venire? L’isolamento sarebbe troppo pesante; disperata e folle per le strade deserte. A pretendere un destino. (Sylvia Plath)

– Mi sono rifiutata di continuare, sapendo che non potevo essere grande, ho rifiutato di essere piccola. (Sylvia Plath)

– Esisterà qualche altra strada oltre a quella della mente? (Sylvia Plath)

– Forse quando sentiamo che vogliamo tutto è perché siamo pericolosamente vicini a non volere niente. (Sylvia Plath)

– Incominciavo a capire come mai gli uomini che odiano le donne riescono a farne quello che vogliono. Sono come dei: invulnerabili e potenti. Discendono su di te. Poi scompaiono. Non li puoi catturare. (Sylvia Plath)

– Impazzisco se penso al numero incredibile di cose che non potrò mai sapere, di luoghi in cui non potrò mai andare, di persone che non potrò mai essere. (Sylvia Plath)

– Io cammino sola; la strada a mezzanotte si srotola dai miei piedi; quando chiudo gli occhi queste case sognanti non sono più; è per un mio capriccio che la celeste cipolla della luna sta sospesa sopra i tetti. (Sylvia Plath)

– Non farmi nascondere nell’alcool e non permettere che mi laceri per degli sconosciuti; non farmi essere tanto debole da raccontare agli altri come sanguino dentro; come giorno dopo giorno gocciola, si addensa e si coagula. (Sylvia Plath)

– Ho bisogno di un flusso di vita, non di questa folata di favole. (Sylvia Plath)

– La scrittura è un rito religioso: è un ordine, una riforma, una rieducazione all’amore per gli altri e per il mondo come sono e come potrebbero essere. Una creazione che non svanisce come una giornata alla macchina da scrivere o in cattedra. La scrittura resta: va sola per il mondo. Tutti la leggono, vi reagiscono come si reagisce a una persona, a una filosofia, a una religione, a un fiore: può piacergli o meno. Può aiutarli o meno. (Sylvia Plath)

– Ogni mattina è la sua faccia che prende il posto del buio. In me ha annegato una ragazza e in me una vecchia sale verso di lei giorno dopo giorno come un pesce tremendo. (Sylvia Plath)

Frasi di Sylvia Plath

– Sono sempre stata e mi son sempre sentita come un libro aperto, circondato da analfabeti. (Sylvia Plath)

– La scrittura è la mia sostituta: se non ami me, ama quello che scrivo, amami per questo. (Sylvia Plath)

– Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. (Sylvia Plath)

– Un tumulto di specchi, e il mare che frantuma il suo, grigio, o mia Stagione, amore. (Sylvia Plath)

– Rido, e il mio rossetto lascia una macchia rossa come una falce di luna insanguinata sulla parte superiore della lattina di birra. (Sylvia Plath)

– Quello che più mi fa orrore è l’idea di essere inutile: ben istruita, piena di promesse, sbiadita verso una maturità indifferente. (Sylvia Plath)

– Non è facile dire il cambiamento che operasti. Se adesso sono viva, allora ero morta anche se, come una pietra, non me ne curavo e me ne stavo dov’ero per abitudine. (Sylvia Plath)

– Ho bisogno di un flusso di vita, non di questa folata di favole. (Sylvia Plath)

– Invidio quelle che hanno pensieri più profondi dei miei, che scrivono meglio, che disegnano meglio, che sciano meglio, che amano meglio, che vivono meglio, che sono più belle di me. (Sylvia Plath)

– Dovrei pettinarmi i capelli seduta su uno scoglio in Cornovaglia. Dovrei portare calzoni tigrati, avere un amante. Dovremmo incontrarci in un’altra vita, incontrarci nell’aria io e te. (Sylvia Plath)

– E quando alla fine trovi qualcuno a cui senti di poter riversare la tua anima, ti fermi in stato di shock alle parole che pronunci. (Sylvia Plath)

– La scrittura resta: va sola per il mondo! (Sylvia Plath)

– Questa vita svanirebbe in una nuvola se non mi ci aggrappassi tenendola stretta. (Sylvia Plath)

– Sono abitata da un grido. Di notte esce svolazzando in cerca, con i suoi uncini, di qualcosa da amare. (Sylvia Plath)

– E allora impara a vivere. Tagliati una bella porzione di torta con le posate d’argento. Impara come fanno le foglie a crescere sugli alberi. Apri gli occhi. Impara come fa la luna a tramontare nel gelo della notte prima di Natale. Apri le narici. Annusa la neve. Lascia che la vita accada. (Sylvia Plath)

– Morire è un’arte, come qualsiasi altra cosa. Ci riesco particolarmente bene. (Sylvia Plath)

– Voglio essere libera, libera di conoscere persone diverse e il loro mondo, libera di andare in parti del mondo diverse dove imparare che esistono altre morali e altre norme oltre alle mie. (Sylvia Plath)