Aforismi celebri, citazioni dai detti, massime e frasi di Filippo Neri, sacerdote cattolico di origine fiorentina che dedicò gran parte della sua vita all’evangelizzazione di Roma, avvicinando molti ragazzi di strada alla chiesa facendoli divertire e cantare.
Frasi celebri di San Filippo Neri
– Bisogna desiderare di far cose grandi per servizio di Dio, e non accontentarsi di una bontà mediocre, ma aver desiderio (se fosse possibile) di passare in santità ed in amore anche S. Pietro e S. Paolo: la qual cosa, benché l’uomo non sia per conseguire, si deve con tutto ciò desiderare, per fare almeno col desiderio quello che non possiamo colle opere.
– Non è superbia il desiderare di passare in santità qualsivoglia Santo: perché il desiderare d’essere santo è desiderio di voler amare ed onorare Dio sopra tutte le cose: e questo desiderio, se si potesse, si dovrebbe stendere in infinito, perché Dio è degno d’infinito onore.
– Chi vuole altra cosa che non sia Cristo, non sa quello che si voglia. Chi dimanda altra cosa che non sia Cristo, non sa quello che dimanda. Chi opera e non per Cristo, non sa quello che si faccia.
– L’anima che si dà tutta a Dio, è tutta di Dio.
– All’acquisto dell’amor di Dio non c’è più vera e più breve strada che staccarsi dall’amore delle cose del mondo ancor piccole e di poco momento e dall’amor di se stesso, amando in noi più il volere e servizio di Dio, che la nostra soddisfazione e volere.
– Come mai è possibile che un uomo il quale crede in Dio, possa amare altra cosa che Dio?
– Quanto amore si pone nelle creature, tanto se ne toglie a Dio.
– La grandezza dell’amor di Dio si riconosce dalla grandezza del desiderio che l’uomo ha di patire per amor suo.
– A chi veramente ama Dio non può avvenire cosa di più gran di spiacere quanto non aver occasione di patire per Lui.
– I veri servi di Dio hanno la vita in pazienza e la morte in desiderio.
– Chi non sale spesso in vita col pensiero in Cielo, pericola grandemente di non salirvi dopo morte.
– L’uomo che non fa orazione è un animale senza ragione.
– Il nemico della nostra salute di nessuna cosa più si contrista, e nessuna cosa cerca più impedire che l’orazione.
– Non vi è cosa migliore per l’uomo che l’orazione, e senza di essa non si può durar molto nella vita dello spirito.
– Per fare buona orazione deve l’anima prima profondissimamente umiliarsi e conoscersi indegna di stare innanzi a tanta maestà, qual è la maestà di Dio, e
mostrare a Dio il suo bisogno e la sua impotenza, ed umiliata gettarsi in Dio, che Dio le insegnerà a fare orazione.
– Ognuno vorrebbe stare sul monte Tabor a vedere Cristo trasfigurato: accompagnar Cristo sul monte Calvario pochi vorrebbero.
– Buttatevi in Dio, buttatevi in Dio, e sappiate che se vorrà qualche cosa da voi, vi farà buoni in tutto quello in cui vorrà adoperarvi.
– Bisogna avere grande fiducia in Dio, il quale è quello che è stato sempre: e non bisogna sgomentarsi per cosa accada in contrario.
– Io non voglio altro se non la tua santissima volontà, o Gesù mio.
– Quando l’anima sta rassegnata nelle mani di Dio, e si contenta del divino beneplacito, sta in buone mani, ed è molto sicura che le abbia ad intervenire bene.
– E’ ottimo rimedio, nel tempo delle tribolazioni e aridità di spirito, l’immaginarsi di essere come un mendico, alla presenza di Dio e dei Santi, e come tale andare ora da questo Santo, ora da quell’altro a domandar loro elemosina spirituale, con quell’affetto e verità onde sogliono domandarla i poveri. E ciò si faccia alle volte corporalmente, andando ora alla Chiesa di questo Santo, ed ora alla Chiesa di quell’altro a domandar questa santa elemosina.
– La vera preparazione all’orazione è l’esercitarsi nella mortificazione: perché il volersi dare alla orazione senza questa è come se un uccello avesse voluto
incominciar a volare prima di metter le penne.
– Non vi caricate di troppe devozioni, ma intraprendetene poche, e perseverate in esse. Non tante devozioni, ma tanta devozione.
– Figliuoli, siate umili, state bassi: siate umili, state bassi.
– Umiliate voi stessi sempre, e abbassatevi negli occhi vostri e degli altri, acciò possiate diventar grandi negli occhi di Dio.
– Dio sempre ha ricercato nei cuori degli uomini lo spirito d’umiltà, e un sentir basso di sè. Non vi è cosa che più dispiaccia a Dio che l’essere gonfiato della propria stima.
– Non basta solamente onorare i superiori, ma ancora si devono onorare gli eguali e gli inferiori, e cercare di essere il primo ad onorare.
– A proposito della vanagloria diceva: Vi sono tre sorta di vanagloria. La prima è Padrona e si ha quando questa va innanzi all’opera e l’opera si fa per il fine della vanagloria. La seconda è la Compagna e si ha quando l’uomo non fa l’opera per fine di vanagloria, ma nel farla sente compiacenza. La terza è Serva e si ha quando nel far l’opera sorge la vanagloria, ma la persona subito la reprime.
Massime di San Filippo Neri
– Per acquistare il dono dell’umiltà sono necessarie quattro cose: spernere mundum, spernere nullum, spernere seipsum, spernere se sperni: cioè disprezzare il mondo, non disprezzare alcuno, disprezzare se stesso, non far conto d’essere disprezzato. E soggiungeva, rispetto all’ultimo grado: A questo non sono arrivato: a questo vorrei arrivare.
– Fuggiva con fermezza ogni tipo di onorificenza: Figliuoli miei, prendete in bene le mie parole, piuttosto pregherei Iddio che mi mandasse la morte, anzi una saetta, che il pensiero di simili dignità. Desidero bene lo spirito e la virtù dei Cardinali e dei Papi, ma non già le grandezze loro.
– Figliuoli, umiliate la mente, soggettate il giudizio.
– Tutta l’importanza della vita cristiana consiste nel mortificare la razionale.
– Molto più giova mortificare una propria passione per piccola che sia, che molte astinenze, digiuni e discipline.
– Le mortificazioni esteriori aiutano grandemente all’acquisto della mortificazione interiore e delle altre virtù.
– L’obbedienza buona è quando si ubbidisce senza discorso e si tiene per certo quello che è comandato è la miglior cosa che si possa fare.
– L’obbedienza è il vero olocausto che si sacrifica a Dio sull’altare del nostro cuore, e bisogna sforzarci d’obbedire anche nelle cose piccole, e che paiono di niun momento, poiché in questo modo la persona si rende facile ad essere obbediente nelle cose maggiori.
– E’ meglio obbedire al sagrestano e al portinaio quando chiamano, che starsene in camera a fare orazione.
– Chi vuol esser obbedito assai, comandi poco.
– Figliuoli miei, siate devoti della Madonna: siate devoti a Maria.
La Madonna Santissima ama coloro che la chiamano Vergine e Madre di Dio, e che nominano innanzi a Lei il nome santissimo di Gesù, il quale ha forza d’intenerire il cuore.
– Sappiate, figliuoli, e credete a me, che lo so: non vi è mezzo più potente ad ottenere le grazie da Dio che la Madonna Santissima.
– Chiamava Maria il mio amore, la mia consolazione, la mamma mia.
– La confessione frequente de’ peccati è cagione di gran bene all’anima nostra, perché la purifica, la risana e la ferma nel servizio di Dio.
– Nel confessarsi l’uomo si accusi prima de’ peccati più gravi e de’ quali ha maggior vergogna: perché così si viene a confondere più il demonio e cavar maggior frutto dalla confessione. Le tentazioni del demonio, spirito superbissimo e tenebroso, non si vincono meglio che con l’umiltà del cuore, e col manifestare semplicemente e chiaramente senza coperta i peccati e le tentazioni al confessore.
– La vera custodia della castità è l’umiltà: e però quando si sente la caduta di qualcuno, bisogna muoversi a compassione, e non a sdegno: perché il non aver pietà in simili casi, è segno manifesto di dover prestamente cadere.
– Ai giovani dava questi consigli: fuggire le cattive compagnie, non nutrire delicatamente il corpo, aborrire l’ozio, fare orazione, frequentare i Sacramenti
spesso, e particolarmente la Confessione.
– Contro le tentazioni di fede invitava a dire: credo, credo, oppure che si recitasse il Credo.
– Figliuoli, state allegri, state allegri.
– Voglio che non facciate peccati, ma che siate allegri.
– Non voglio scrupoli, non voglio malinconie. Scrupoli e malinconie, lontani da casa mia.
– Paradiso! Paradiso! Attendete a vincervi nelle piccole cose, se volete vincervi nelle grandi.
– Non è tempo di dormire, perché il Paradiso non è fatto pei poltroni.
– L’allegrezza cristiana interiore è un dono di Dio, derivato dalla buona coscienza, mercé il disprezzo delle cose terrene, unito con la contemplazione delle celesti…Si oppone alla nostra allegrezza il peccato; anzi, chi è servo del peccato non può neanche assaporarla: le si oppone principalmente l’ambizione: le è nemico il senso, e molto altresì la vanità e la detrazione. La nostra allegrezza corre gran pericolo e spesso si perde col trattare cose mondane, col consorzio degli ambiziosi, col diletto degli spettacoli.
– A coloro che si lamentavano quando i giovani facevano chiasso diceva: Lasciateli, miei cari, brontolare quanto vogliono. Voi seguitate il fatto vostro, e state allegramente, perché altro non voglio da voi se non che non facciate peccati. Ed ai ragazzi che facevano troppo baccano diceva: State fermi, se potete.
– Ubbidienza, Umiltà, Distacco.
– La perfezione non consiste nelle cose esteriori, come in piangere ed altre cose simili, e le lacrime non sono segno che l’uomo sia in grazia di Dio.
– La santità sta tutta in tre dita di spazio, e si toccava la fronte, cioè nel mortificare la razionale, contrastando cioè a se stesso, all’amore proprio, al proprio giudizio.