Casa natale di Bernadette: Mulino di Boly a Lourdes

Per dieci anni il Mulino di Boly, il cui nome deriva dal vecchio proprietario, fu la casa natale e della serenità di Bernadette, dove la Santa abitò insieme ai genitori, ai fratelli e alla sorella, oltre che con la nonna, gli zii e i cugini.

Ingresso abitazione

Le immagini presenti, raccontano gli abitanti di Lourdes nel 1850, la sua società civile, militare, religiosa e le persone semplici, rappresentate da mugnai, cavapietre, contadini e manovali di ogni genere.

Le due famiglie che vivevano al Mulino di Boly erano i Casterot, mugnai e padroni, e i Soubirous, anche loro mugnai ma semplici operai.

Un matrimonio d’amore unì le due famiglie, Francois amava Louise, nonostante la differenza d’età, mentre avrebbe dovuto sposare la sorella maggiore Bernarde, una storia romantica destinata a durare nonostante le avversità.

Si trattava di una grande famiglia cristiana dove si pregava, dove gli animi erano aperti al prossimo e dove si donava ai poveri bisognosi d’aiuto.

Casa natale e Mulino

Al primo piano si trova la stanza dove Bernadette nacque il 7 gennaio 1844.

La neonata venne battezzata due giorni dopo, il 9 gennaio in occasione dell’anniversario di matrimonio dei genitori.

In un altra stanza, le immagini testimoniano la vita familiare condotta al Mulino, le feste e i lutti, oltre al lavoro, ai pasti e alla preghiera costante.

Al piano terra si trova la cucina, un locale comune multiuso, dove durante il giorno si viveva e la sera si pregava.

Questo è il Mulino come lo conobbe Bernadette, l’acqua del torrente Lapacca metteva in movimento le pesanti mole di pietra.

Bernadette trascorse qui i primi dieci anni della sua vita, nella semplice felicità di una famiglia che viveva nella fede e nell’amore.

Il papà e la mamma Francois Soubirous e Louise Casterot, avevano fatto un matrimonio d’amore, consacrato dal sacramento il 9 gennaio 1843.

In questo clima di grande tenerezza, Bernadette trovò la sorgente di quella forza e di quell’equilibrio psicologico che le diedero il coraggio di affrontare i momenti difficili della sua vita.

Per dieci anni la famiglia Soubirous conobbe una certa agiatezza, ma dal 1853 in poi iniziarono grandi difficoltà economiche.

Crisi del mulino

La concorrenza dei mulini a vapore, la siccità della regione e la grande generosità verso i poveri, oltre all’incapacità di pretendere il saldo dei conti da parte di chi non pagava, misero in pericolo l’impresa familiare.

Nella primavera del 1854, non essendo più in grado di pagare l’affitto, i Soubirous furono costretti a lasciare il Mulino della felicità e a cercarne uno per il quale fosse richiesto un affitto inferiore.

Epidemia di colera e carestia

Nel 1855 il colera, in sole cinque settimane, uccise a Lourdes 38 persone, anche Bernadette venne colpita dall’epidemia, che le causò una invalidante asma.

Nel 1856 la carestia imperversò in tutta la regione e per questo il governo decise di fare distribuire gratuitamente la farina.

Per il padre di Bernadette arrivò il fallimento, la necessità di cercare lavoro altrove e spesso la disoccupazione.

Anche la madre fu costretta a andare a lavorare fuori, dopo la morte di due dei suoi figli ancora piccoli. In questo periodo Bernadette faceva la cameriera in una taverna e non ebbe, per questo motivo, la possibilità di frequentare la scuola e il catechismo.

Nel 1857 la famiglia si trovò non più in condizione di pagare un affitto e si rifugiò gratuitamente nella vecchia prigione della città, dove, il 27 marzo dello stesso anno, Francois Soubirous venne arrestato e messo in prigione, accusato ingiustamente di avere rubato della farina.

Nel mese di novembre 1857 Bernadette fu assunta come domestica in una fattoria di Bartres, dove rimase fino al gennaio del 1858, tre settimane prima delle Apparizioni Mariane.

Bernadette ebbe la forza di superare queste difficoltà grazie alla forte unione familiare, dove prevaleva l’amore sugli imprevisti creati dal destino.