Cosa vedere a Teramo in un giorno, itinerario comprendente i principali monumenti e luoghi di interesse, dal Duomo di San Bernardo al Teatro Romano, per arrivare fino al Santuario della Madonna delle Grazie.
Informazioni turistiche
Città dalle origini antichissime, Teramo risale probabilmente all’epoca dei fenici, in seguito venne conquistata dai romani che la chiamarono Interamnia, termine che aveva il significato di “terra tra due fiumi”.
Resti di vari templi e altre costruzioni, oltre alle terme e al teatro romano, testimoniano il grande sviluppo cittadino avvenuto durante l’epoca romana.
La città medievale, che sorse nella stessa zona dove prima sorgeva la città romana, è contraddistinta da stradine strette e tortuose.
Il Duomo di San Berardo, che risale al periodo medievale, venne varie volte rimaneggiato, fino a un restauro avvenuto nel 1934, che restituì al luogo di culto l’antico aspetto medievale.
All’interno della Cattedrale sono visibili alcune opere di notevole valore artistico, tra cui una Madonna in trono con Bambino del secolo dodicesimo, un busto d’argento di San Berardo, un crocifisso in legno del trecento, il Paliotto argenteo di Nicola da Guardiagrele e il Polittico di Iacobello del Fiore.
Cosa vedere a Teramo
Meritano inoltre una visita la chiesa di Sant’Antoniola del 1127, il Santuario della Madonna delle Grazie, il Convento di San Giovanni, il Museo Civico, il Museo Archeologico e la Pinacoteca.
Il Santuario della Madonna delle Grazie, situato subito fuori le mura, risale al 1153 e prende origine dalla chiesa facente parte di un monastero di benedettine intitolato a Sant’Angelo delle Donne.
Nel 1448 l’edificio venne ingrandito con lo scopo di poter accogliere i frati minori di San Giacomo della Marca.
Agli inizi del ventesimo secolo la chiesa fu restaurata e venne modificato l’aspetto della facciata.
Nell’interno si possono ammirare affreschi di Cesare Mariani, raffigurato come un grande vecchio con barba nell’affresco del Presepio.
Sull’altare maggiore è posta la Madonna col Bambino, in legno policromo e opera di Silvestro dell’Aquila.