Procida: cosa vedere nell’isola della Campania

Cosa vedere a Procida in un giorno, vacanze, storia e luoghi da visitare in un giorno in quest’isola della Campania con un porticciolo pittoresco dalle case colorate.

Informazioni turistiche

Situata all’estremità nord occidentale del Golfo di Napoli, tra il promontorio di Capo Miseno e l’isola di Ischia, Procida è collegata tramite un ponte all’isolotto di Vivara.

L’isola, di origine vulcanica, presente un territorio composto in prevalenza da roccia tufacea, pianeggiante nella parte centrale e sopraelevato nella parte sud orientale con un altitudine massima di 91 m in corrispondenza di Terra Murata.

Le coste frastagliate sono caratterizzate da baie e promontori, con un’alternanza di spiagge di sabbia e tratti rocciosi a strapiombo sul mare.

Risulta che l’isola fosse già abitata intorno al secolo VIII a.C. dai greci calcidesi dell’isola di Eubea. I romani ne fecero un luogo di villeggiatura e di coltura della vite.

Con la fine dell’epoca romana l’isola subì le invasioni barbariche dei Vandali e dei Visigoti, poi fece parte del ducato imperiale di Napoli e fu soggetta alle incursioni saracene, per questo furono costruite torri di avvistamento e un borgo fortificato sul promontorio della Terra, che prese il nome di Terra Casata e successivamente di Terra Murata, rifugio per tutta la popolazione dell’isola.

Nel XII sec. Procida divenne un dominio feudale dei Normanni, i quali la diedero in feudo insieme ad una parte di terraferma, il Monte di Miseno, alla famiglia dei “Da Procida” che presero il nome dall’isola.

Nel 1339 l’ultimo discendente dei Da Procida vendette il feudo alla famiglia dei Cossa, famiglia fedele alla dinastia D’Angiò.

Nel 1529 l’isola fu concessa in feudo da Carlo V d’Asburgo alla famiglia dei D’Avalos d’Aquino d’Aragona, che furono i signori dell’isola per altri due secoli, successivamente ebbe fine il regime feudale su queste terre.

L’isola è sempre stata bersaglio di feroci attacchi da parte dei pirati saraceni e per questo i D’Avalos fecero costruire una seconda cinta muraria intorno al Borgo di Terra Murata, iniziarono la costruzione del Castello “D’Avalos” ed operarono una generale ristrutturazione urbanista del borgo.

Nel XVIII secolo i Borboni erano al potere e le vicende storiche dell’isola si fusero con quelle del Regno di Napoli. A Procida in questo periodo ebbe inizio anche un’importante attività’ cantieristica che si sviluppò notevolmente fino alla fine del XIX secolo.

Cosa vedere a Procida

– La Terra Murata è il centro storico di Procida. Per lungo tempo fu per motivi di sicurezza l’unico nucleo abitato dell’isola dal momento che si trovava arroccato su un promontorio con pareti a picco sul mare, in una posizione facilmente difendibile. L’isola era anticamente divisa in zone chiamate “Terre” ed il primo agglomerato di case, risalente al primo Medioevo, prese il nome di Terra Casata.

Nel cinquecento il centro abitato fu fortificato dai D’Avalos, signori dell’isola ed il nome cambiò da Terra Casata a Terra Murata. Nel borgo si trova l’Abbazia di San Michele, protettore dell’isola, al cui interno è possibile ammirare uno splendido soffitto di legno ricoperto d’oro del 1700. Molto interessante è la Casa del Belvedere, tipico esempio di edilizia popolare procidana.

– Ai piedi della Terra Murata si trova, in una posizione climatica molto favorevole, Marina Corricella, un suggestivo porticciolo di pescatori con le case dipinte di vari colori arroccate lungo la scogliera.

Quando diminuirono le incursioni saracene, questa località fu la prima zona ad essere abitata dopo il borgo della Terra Murata.

– Sul versante nord orientale dell’isola si trova la zona del porto di Sancio Cattolico, che è stato in passato un importante scalo commerciale e sede di rinomati cantieri navali.

– Sul versante occidentale di Procida in una pittoresca baia si trova Marina Chiaiolella, il principale centro turistico dell’isola, con il porticciolo, le spiagge e gli stabilimenti balneari.