Minturno: cosa vedere nel centro storico

Cosa vedere a Minturno, itinerario del centro storico comprendente i principali monumenti e luoghi di interesse, tra cui Castello baronale, Chiesa San Pietro e Chiesa dell’Annunziata.

Informazioni turistiche

Posta alle pendici dei Monti Aurunci, in posizione dominante sulla pianura del Garigliano, Minturno risale a epoca preromana.

Fu sottomessa a Roma, che volle sfruttarne la particolare posizione strategica sulla via Appia e il porto sul fiume Garigliano.

Dopo un periodo decadenza dovuta a un epidemia di malaria, Minturno entrò a far parte dei possedimenti papali e successivamente venne dominata da varie signorie.

Il Castello Baronale, in posizione centrale rispetto alla cinta di fortificazione, venne eretto nel dodicesimo secolo.

La Chiesa di San Pietro, risalente all’undicesimo secolo e rielaborata varie volte nel corso del tempo, è caratterizzata da una facciata preceduta da una scalinata e da un portico, dove si inserisce il basamento della torre campanaria romanica.

Nell’interno a tre navate, ornato con affreschi e stucchi, sono conservati un pulpito del 1200 e un candelabro usato per contenere il cero pasquale.

Nella Cappella del Santissimo Sacramento, in stile barocco, è presente una tela realizzata dagli allievi del Sabatino.

Cosa vedere a Minturno

La Chiesa dell’Annunziata, risalente al quattordicesimo secolo, si distingue per le notevoli pitture sulle pareti di epoca tardo-gotica e rinascimentale.

Nei dintorni, a circa 5 km, sono situate le rovine di Minturnae, che includono la cinta muraria turrita, preromana e romana, l’ampio teatro di epoca augustea, parte del foro repubblicano e tre templi, tra cui il Capitolium.

Poco distanti si trovano il foro del periodo imperiale, con resti di terme e di una basilica, oltre a un anfiteatro.

Presso la località denominata “Le Grotte”, sono presenti alcuni ruderi che testimoniano dove era collocato il porto fluviale, dotato di botteghe e banchine.

Nelle vicinanze si trovano i resti del Tempio della dea Marica, e i resti dell’acquedotto romano risalente al primo secolo d.C., che si sviluppava a partire dai monti dello Spigno per una lunghezza di 5 km.