Oristano: cosa vedere, spiaggia chicchi di riso

Cosa vedere a Oristano, itinerario comprendente i principali luoghi di interesse e monumenti del centro storico, tra cui spiaggia dei chicchi di riso, Stagno di Cabras, Torre di San Cristoforo e Duomo.

Informazioni turistiche

Città della Sardegna centro-occidentale che si affaccia sull’omonimo golfo, Oristano si trova in una zona caratterizzata da paludi e coste formate da lunghe spiagge di sabbia e tratti frastagliati con pareti rocciose a picco sul mare.

La provincia di Oristano comprende molte aree protette, tra cui il Parco Naturale Regionale del Monte Arci, compreso tra i centri abitati di Villaurbana, Ales e Marrubiu.

A questo vanno aggiunge la meravigliosa oasi naturale dell’Area naturale marina Penisola del Sinis-Isola Mal di Ventre e il Monumento Naturale di S’Archittu di Santa Caterina, situato nel territorio di Cuglieri.

La costa oristanese, estesa per oltre 100 Km, comprende splendide spiagge, tra cui molto bella è la spiaggia di Is Arutas, meglio conosciuta come spiaggia dei chicchi di riso, soprannome dovuto al particolare tipo di sabbia, formata da granellini di quarzo aventi sfumature di colori in gradazione comprese tra il verde, il rosa ed il bianco.

Nelle vicinanze di Oristano si estendono una serie di stagni, tra cui il più noto è lo stagno di Cabras, un ambiente paludoso molto importante per la sua biodiversità.

Nel territorio dove oggi sorge la città, abitato fin dall’età prenuragica, sono state rinvenute importanti tracce archeologiche fenicio-puniche, romane e bizantine.

Durante il periodo medioevale, Oristano fu capitale del giudicato di Arborea, successivamente venne annessa alla Corona d’Aragona.

A partire dagli inizi del sedicesimo secolo le sue vicende storiche seguirono quelle di tutta l’isola, fino a diventare, nel ventesimo secolo, il capoluogo dell’omonima provincia.

Cosa vedere a Oristano

Della cinta muraria costruita ai tempi dei Giudicati sardi, che erano entità statali autonome attive in Sardegna fra il nono ed il quindicesimo secolo, sono rimasti solo alcuni resti, tra cui la torre di Portixedda e quella di Mariano II, nota come Torre di San Cristoforo.

Nel centro storico di Oristano sorge la Cattedrale di Santa Maria Assunta, costruita nel tredicesimo secolo sul luogo dove si trovava una precedente chiesa bizantina.

Dell’edificio duecentesco rimane la gotica cappella della Madonna del Rimedio, oltre a qualche struttura muraria, mentre il resto è il risultato di una ricostruzione avvenuta nel settecento.

L’interno, a navata unica e avente pianta a croce latina, conserva opere di pregio, tra cui la trecentesca statua lignea policroma dell’Annunciata di Nino Pisano e due frammenti di amboni romanici risalenti alla prima metà del dodicesimo secolo, raffiguranti Daniele nella fossa dei Leoni e Due leoni che abbattono due cerbiatti.

Fra gli edifici religiosi vanno ricordati anche la Chiesa di Santa Chiara che, risalente al trecento, costituisce un interessante esempio della sobria e rigorosa architettura tardo-romanica sarda.

La Chiesa del Carmine, risalente alla seconda metà del settecento, è considerata il più pregevole esempio di architettura rococò in Sardegna, mentre la Chiesa di San Francesco, ricostruita nell’ottocento sopra il terreno dove sorgeva un edificio duecentesco andato distrutto, è in stile neoclassico con pronao ionico.

Al suo interno è conservato il Cristo Crocifisso, detto di Nicodemo, un pregevole esempio di scultura lignea quattrocentesca di scuola catalana-sarda.