Cosa vedere a Prato in un giorno, itinerario comprendente i principali monumenti e luoghi di interesse, tra cui Duomo, Castello dell’imperatore, Basilica di Santa Maria delle Carceri e Museo del Tessuto.
Informazioni turistiche
Fin dalla preistoria il territorio di Prato fu sede di stanziamenti umani, ne sono una testimonianza i numerosi manufatti ritrovati in zona Galceti, località situata alle pendici meridionali del Monte Ferrato, a nord-ovest della città.
Gli scavi archeologici nella zona di Gonfienti, a est di Prato, hanno riportato alla luce una città etrusca di notevoli dimensioni, dimostrazione della presenza del popolo etrusco sul territorio, comunque già accertata da altri importanti reperti archeologici.
Quando giunsero i romani, i terreni dove oggi sorge Prato furono destinati alla centuriazione, vale a dire organizzati secondo un preciso schema di strade, canali e appezzamenti agricoli da assegnare a nuovi coloni, in genere soldati veterani, mentre non è certa l’esistenza di un insediamento urbano di questa epoca.
Successivamente furono i Longobardi a stanziarsi sul territorio pratese, soprattutto nella Val di Bisenzio e nella zona di Montemurlo, ma occorre aspettare il nono secolo per avere le prime notizie dell’abitato di Prato.
Fu infatti intorno ai primi dell’undicesimo secolo che si formò il centro urbano di Prato, tramite la fusione di due abitati, quello di Borgo al Cornio, situato vicino alla Pieve di Santo Stefano, l’attuale Duomo, e quello prossimo alla dimora dei Conti Alberti, sopra i ruderi della quale venne fatto costruire, da Federico II, il Castello dell’Imperatore.
Prato si costituì libero comune nel dodicesimo secolo, fra il dodicesimo e il tredicesimo secolo ebbero inizio la lavorazione della lana e la fabbricazione di tessuti, merito anche della presenza del fiume Bisenzio, che favorì la realizzazione di un sistema di canali chiamati gore, scavate apposta per ricevere le sue acque e utili per fornire energia alle gualchiere, oltre che per il lavaggio dei panni.
L’arte tessile si affermò ed ebbe un grande sviluppo nel quattordicesimo secolo, con la creazione delle corporazioni delle arti e degli scambi commerciali con altri paesi europei.
L’archivio di lettere, registri e altri oggetti appartenuti a Francesco Datini, celebre mercante di Prato, ne costituiscono una prova molto interessante.
Intanto la vicina Firenze, che aveva sempre avuto mire di conquista verso Prato, ne ebbe il pieno controllo nel 1351.
Prato fu venduta dalla Regina Giovanna di Napoli a Firenze e ne seguì nei secoli seguenti le sorti, sia sotto la dinastia dei Medici sia con la Repubblica Fiorentina, e proprio come conseguenza di un accordo fatto dai Medici con l’esercito della Lega Santa, un’alleanza fatta fra il Papa Giulio II e gli Spagnoli, in quanto essi erano stati cacciati da Firenze e volevano rientrarvi, il 29 agosto 1512, i soldati spagnoli assediarono la città di Prato e vi operarono una tremenda devastazione, chiamata il Sacco di Prato.
Sotto il casato dei Medici furono edificati ville, palazzi nobiliari e la Chiesa di Santa Maria delle Carceri, costruita su progetto dell’architetto Giuliano da Sangallo.
Il diciassettesimo secolo rappresentò per Prato un periodo di declino economico, che terminò agli inizi del settecento con l’arrivo dei Duchi di Lorena, i quali incentivarono lo sviluppo culturale ed economico della città, che si affermò notevolmente nei secoli successivi.
Cosa vedere a Prato
Il Duomo di Prato, dedicato a Santo Stefano, fu edificato in stile romanico nei secoli dodicesimo e tredicesimo, con ampliamento del quattordicesimo secolo che comportò l’aggiunta della crociera gotica.
Al suo interno sono conservati affreschi di Filippo Lippi, considerati fra i cicli pittorici più significativi del primo rinascimento e, nella cappella del Sacro Cingolo, affrescata da Agnolo Gaddi, è conservata la Sacra Cintola, la cintura che, secondo antiche tradizioni, la Vergine Maria donò a san Tommaso al momento della sua assunzione.
Questa preziosa reliquia, molto importante nella storia religiosa e civile di Prato, viene mostrata ai fedeli 5 volte l’anno (8 settembre, Natale, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto), dal Pulpito di Donatello, costruito a questo scopo sull’angolo destro della facciata della Cattedrale.
Nel Museo dell’Opera del Duomo, ospitato nel Palazzo Vescovile e risalente a epoca medievale, sono conservate notevoli opere.
Al centro della Piazza del Comune è collocata una copia della Fontana del Bacchino, di Fernando Tacca, il cui originale si trova nell’atrio del palazzo Comunale.
Sulla piazza si affaccia il Palazzo Pretorio, risalente ai secoli tredicesimo e quattordicesimo, che ospita al suo interno la Galleria comunale.
La Basilica di Santa Maria delle Carceri, a croce greca, è un capolavoro di architettura rinascimentale realizzato su progetto dell’architetto Giuliano da Sangallo.
Il Castello dell’Imperatore è un’imponente costruzione a forma quadrata, eretta per volere di Federico II tra il 1237 e il 1248.
Le Chiese di San Domenico, San Francesco e Sant’Agostino meritano anch’esse di essere visitate.
Il Museo del Tessuto è situato negli ambienti restaurati dell’ex cimatoria Campolmi, all’interno della cinta muraria medievale della città.
Il Museo d’Arte contemporanea Luigi Pecci, che si trova nella parte sud-est della città, ospita collezioni di artisti internazionali.