Cosa vedere a Orvieto in un giorno, itinerario di un giorno comprendente i principali monumenti e luoghi di interesse, tra cui Duomo, Palazzo del Popolo e Pozzo di San Patrizio.
Informazioni turistiche
Situata in Umbria nella provincia di Perugia, Orvieto sorge su una rupe di tufo vulcanico a 325 m. s.l.m., circondata da dolci colline.
La rupe fu abitata per la prima volta dagli etruschi tra il nono e l’ottavo secolo a.C., nel luogo chiamato Velzna (in latino Volsinii) e, a partire dagli inizi del sesto secolo a.C., fu un centro molto fiorente dell’Etruria.
Nel terzo secolo a.C. i romani distrussero questa città e deportarono gran parte degli abitanti sulle alture che dominano il lago di Bolsena, facendo nascere la nuova Volsinii, che corrisponde all’attuale Bolsena, mentre Velzna diventò Volsinii-veteres o anche Urbs Vetus, ovvero la città vecchia.
I secoli che seguirono furono caratterizzati dalla decadenza e dall’abbandono, fino alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente e alla conquista della città da parte dei Goti e dei Bizantini.
Occupata dai Longobardi nel 596, Orvieto tornò a fiorire intorno all’anno mille.
Nel dodicesimo secolo fu istituito il Comune, sotto il controllo dello Stato della Chiesa.
I secoli XIII e XIV coincisero con una crescita molto importante per Orvieto che comportò, oltre a un aumento demografico e territoriale, un eccellente sviluppo architettonico e artistico, che si concretizzò con la costruzione di palazzi nobiliari e monumenti di pregio, tra cui il magnifico Duomo e altre chiese della città.
La rivalità fra le due famiglie più importanti di Orvieto, i Monaldeschi (Guelfi) e i Filippeschi (Ghibellini), indebolirono il governo comunale e favorirono la presa del potere da parte dello Stato della Chiesa con il cardinale Egidio Albornoz (1364), il quale ristabilì l’antico Statuto e poco dopo fece costruire la Rocca.
Seguì un periodo di assoggettamento della città a varie Signorie, tra cui i Signori Biordo Michelotti, Giovanni Tomacello, Braccio Fortebraccio e Arrigo Monaldeschi della Vipera.
Nel 1450 Orvieto rientrò definitivamente a far parte dello Stato della Chiesa, rimanendovi fino all’Unità d’Italia, fatta eccezione per il periodo napoleonico.
Nel 1527 Papa Clemente VII, durante il sacco di Roma provocato dai Lanzichenecchi (1527), si trasferì per motivi di sicurezza a Orvieto, facendo realizzare da Sangallo il Giovane il celebre pozzo di San Patrizio, per impedire che, in caso di assedio, la città rimanesse senz’acqua.
Nel corso dei secoli, al fine di ricercare acqua, sono stati scavati nel sottosuolo della rupe molte cavità artificiali, che hanno finito per formare un labirinto di gallerie, cunicoli, cisterne, pozzi e cantine, che oggi si possono visitare tramite un percorso guidato.
Cosa vedere a Orvieto
Edifici degni di nota sono la Chiesa di Sant’Andrea, la Chiesa di San Giovenale, il Palazzo del Popolo e il Palazzo Papale.
Da non perdere il Pozzo di San Patrizio, costruito su disegno di Sangallo Il Giovane nel sedicesimo secolo e profondo ben 62 metri.
Il monumento più celebre di Orvieto è il Duomo, che fu costruito, su volere di Papa Niccolò IV e di Francesco Monaldeschi, vescovo tra il 1279 e il 1295.
La sua realizzazione comportò l’abbattimento della vecchia cattedrale di Santa Maria del Vescovado e della Chiesa parrocchiale di San Costanzo.
Il progetto, in stile romanico, venne affidato a Arnolfo di Cambio, ma fu determinante l’intervento, ispirato all’arte gotica, dell’architetto e scultore Lorenzo Maitani, chiamato a dirigere i lavori nel 1310.
Notevole la facciata, che si presenta armoniosa e equilibrata, grazie soprattutto al rispetto delle forme gotiche stabilite dal progetto iniziale.