Quarnero: cosa vedere nelle isole della Croazia

Cosa vedere nel Quarnero, racconto di una gita in barca con partenza da Baska, capoluogo dell’isola di Krk, con impressioni dei viaggiatori relative alle isole presenti in questo Golfo della Croazia.

Informazioni turistiche

Alloggiati a Baska, capoluogo dell’isola di Krk, in un hotel a pochi metri dal mare, uscendo la prima sera sul lungo mare, veniamo avvicinati da un addetto di una compagnia di navigazione, che ci propone e illustra dettagliatamente, in maniera molto convincente, una mini crociera per visitare le isole.

Il giro prevede la partenza dal molo locale il mattino seguente alle 9, con rientro per le 18, il prezzo ci sembra conveniente, prevede anche il pranzo a bordo a base di pesce, decidiamo di accettare. Come fissato, il giorno seguente ci imbarchiamo sulla motonave Leonora adibita a questo servizio turistico.

Il tempo è buono, la notte aveva piovuto lasciando orizzonti puliti, l’ideale per scattare delle ottime fotografie.

Solcando le acque dell’Adriatico, nell’area corrispondente al golfo del Quarnero, incontriamo prima la deserta isola di Prvic, proseguendo le isole Sv Grgur (San Gregorio), Goli (isola Calva) e Rab (Arbe).

Cosa vedere nel Quarnero

Isola di Goli: è tristemente ricordata per il campo di concentramento che ha ospitato dal 1948 al 1988.

Questa piccola isola rocciosa, quasi tutta priva di vegetazione, salvo una parte dove vi furono fatti piantare degli alberi dai deportati, ha visto uomini e donne privati di ogni dignità, costretti a lavorare duramente, percossi e umiliati perché considerati oppositori, certi o presunti, al regime di Tito.

Il loro viaggio iniziava a Bakar, sulla costa, dove imbarcati su una nave, con tre ore di navigazione notturna raggiungevano l’isola di Goli.

Approdati sull’isola venivano privati degli indumenti, percossi e costretti a camminare scalzi sui sassi appuntiti e taglienti dell’isola per tutto il tempo della prigionia, dall’esito per molti fatale.

Si stima infatti che su circa 30.000 internati totali, circa 4.000 vi trovarono la morte, anche se i loro corpi non furono mai ritrovati, neppure in mare, forse furono bruciati.

I lavori che essi svolgevano erano di tre tipi: il lavoro della cava, che era quello più duro, infatti gli addetti a questo lavoro non avevano riparo per riposare, estate e inverno erano costretti a vivere all’aperto, poi c’era la produzione di mobili e la produzione di mattonelle di graniglia, gli addetti a queste mansioni avevano delle celle per riposare, degli spazi molto ristretti dove una quindicina di persone potevano distendersi a terra.

In estate la quantità di acqua da bere permessa era di due bicchieri al giorno per persona, chi osava lamentarsi, per qualsiasi motivo, veniva frustato.

La sera dopo una giornata di duro lavoro, venivano proiettati film di propaganda politica all’interno di un edificio e dopo la proiezione gli sventurati spettatori venivano interrogati su quello che avevano visto e se non sapevano rispondere alle domande venivano di nuovo puniti.

Ovviamente l’assistenza sanitaria non esisteva, fino a quando non furono internati sull’isola anche delinquenti comuni.

Nel 1956 furono trasferite in una parte dell’isola le donne che fino ad allora erano internate nel carcere presente sull’isola di Sv Grgur.

Purtroppo molte di esse finirono per essere abusate dalle guardie.

Isola di Rab: è famosa per la spiaggia San Marino, splendido arenile dell’isola, conosciuta comunemente come spiaggia paradiso. Il mare davanti a questa spiaggia è come una piscina, per fare il bagno bisogna camminare a lungo nell’acqua bassa prima di trovare un pò di profondità.

Isola di Sv Grgur: durante il viaggio di ritorno abbiamo costeggiato le imponenti scogliere di quest’isola, molto belle, sulle quali abbiamo notato anche due capre, che stavano a proprio agio sulla roccia a strapiombo sul mare.

La speranza era quella di avvistare i delfini, che in questo bellissimo mare si trovano, ma non li abbiamo incontrati, speriamo la prossima volta.