Cosa vedere a Mantova in 2 giorni, itinerario comprendente i principali monumenti e luoghi di interesse, tra cui Palazzo Te, Palazzo Ducale e Basilica di Sant’Andrea.
Informazioni turistiche
Città d’arte della Lombardia, intorno alla quale il fiume Mincio si allarga formando tre laghi, Mantova è stata uno dei centri più vitali del Rinascimento, durante il quale artisti come Donatello, Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna, Giulio Romano, oltre a bravissimi artigiani invitati alla corte dei Gonzaga, realizzarono splendide opere d’arte.
Mantova, insieme a Sabbioneta, fa parte dei Patrimoni dell’Umanità dichiarati dall’Unesco.
Nel sesto secolo a.C. il territorio mantovano corrispondeva a una delle punte più avanzate dell’espansione, verso nord est, del popolo etrusco.
Il dominio etrusco si concluse nel 388 a.C., in seguito all’invasione dei Galli Cenomani.
Nel 220 a.C. ci fu la conquista dei Romani e, vicino a Mantova, in un piccolo villaggio corrispondente all’odierna Pietole, nel 70 a.C. nacque Publio Virgilio Marone, poeta e filosofo latino.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, Mantova fu invasa da Goti, Bizantini, Longobardi e Franchi.
Alla metà del nono secolo, il territorio fu soggetto alla giurisdizione dei Canossa, per volere dell’imperatore Ludovico II.
Dopo la morte della contessa Matilde, avvenuta nel 1116, la città divenne libero comune.
Nell’epoca comunale Mantova divenne un centro commercialmente e politicamente importante, dove si affermarono le famiglie Bonacolsi, Arlotti, Casaloldi.
Nel 1272 i Bonacolsi ottennero il dominio della città, mantenendolo fino al 1328, quando i Gonzaga presero il potere.
Fino al 1707 la storia di Mantova fu legata a questa famiglia, avendo essi ottenuto dall’imperatore Sigismondo, il titolo di marchesi e il diritto di trasmissione ereditaria del potere.
Dopo il 1707 Mantova venne assegnata all’Austria, in quanto l’ultimo duca del ramo, Gonzaga-Nevers, fu spodestato dall’imperatore germanico, per non avere adempiuto ai suoi doveri di vassallaggio.
A questa prima fase di dominazione austriaca, durata quasi un secolo, seguì un periodo di dominazione francese.
Nel 1815, dopo il Congresso di Vienna, gli austriaci ripresero possesso della città, fino all’unione nel Regno d’Italia.
Vicino al Ponte San Giorgio, che divide il lago di Mezzo dal lago Inferiore, sono concentrati i luoghi e gli edifici storico-artistici più noti della città, a iniziare da piazza Sordello, delimitata da alcuni dei monumenti più interessanti della città.
Facendo ingresso dal lato sud, dall’arco che consente l’accesso alla vicina piazza Broletto, Piazza Sordello è chiusa a sinistra da una serie di antichi palazzi merlati del tredicesimo secolo, a cui si contrappone sul lato opposto la facciata di palazzo Ducale, mentre la facciata del Duomo chiude il lato settentrionale.
Cosa vedere a Mantova
Il Duomo, di origine medioevale e dedicato a San Pietro, è caratterizzato da stili diversi, presenti in varie parti della chiesa, come il fianco tardo-gotico, l’interno cinquecentesco, il campanile romanico e la facciata neoclassica realizzata in marmo di Carrara.
Il Palazzo Ducale, che fu la principale residenza dei Gonzaga, è formato da un complesso di edifici, costruiti tra la seconda metà del dodicesimo secolo e la metà del diciassettesimo, che si sviluppano verso le rive del lago Inferiore, comprendendo palazzi, giardini, chiese, piazze interne e porticati.
Il nucleo più antico del palazzo corrisponde agli edifici affacciati su Piazza Sordello, che sono la Magna Domus e il Palazzo del Capitano, fatti costruire dai Bonacolsi.
Il Palazzo è composto da oltre cinquecento stanze, contenenti notevoli testimonianze relative ai maggiori artisti prestarono la loro opera in città.
Molto celebre è la Camera Picta, meglio conosciuta come la “camera degli sposi”, affrescata dal Mantegna e situata nel torrione nord est del Castello di San Giorgio, anch’esso parte del complesso di Palazzo Ducale.
In piazza Mantegna si trova la Basilica di Sant’Andrea, ricostruita sopra due precedenti edifici, relativi a un Monastero Benedettino e a una Chiesa dedicata all’apostolo Andrea, fatta costruire dove vennero ritrovati dei vasi contenenti la reliquia della terra, intrisa del preziosissimo Sangue di Cristo in Croce.
Nel 1472 Ludovico II Gonzaga affidò il progetto, di questa prestigiosa opera rinascimentale, a Leon Battista Alberti, mentre i lavori furono seguiti da Luca Fancelli.
La Basilica venne completata in più riprese, mentre la copertura fu realizzata, con una cupola disegnata da Filippo Juvarra, tra il 1732 ed il 1765.
Nella Cripta, sotto la Basilica, sono conservati i vasi sacri contenenti il Sangue di Cristo.
Nella prima cappella, posta sul lato sinistro, si trova la tomba del pittore Andrea Mantegna, morto a Mantova nel 1506.
Dei vecchi edifici sono rimasti il campanile gotico e un lato del Chiostro.
In piazza Erbe, attigua a piazza Mantegna, è situata la Rotonda di San Loreno, che è la Chiesa più antica di Mantova.
L’edificio fu fatto costruire nel 1082 da Matilde di Canossa, prendendo spunto probabilmente, per quanto riguarda la pianta circolare, dalla chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme, fatta erigere dall’imperatore Costantino.
All’interno sono conservate tracce di affreschi, dell’undicesimo e dodicesimo secolo, di derivazione bizantina.
Fra gli edifici più importanti di Mantova merita una visita Palazzo Te, il cui nome deriva da quello antico della località dove venne costruito.
Il palazzo, dall’originale impostazione architettonica, fu realizzato per volere di Federico II Gonzaga tra il 1525 e il 1526, su progetto di Giulio Pippi, meglio conosciuto come Giulio Romano.
La grande villa suburbana, considerata un capolavoro architettonico e pittorico di Giulio Romano, fu realizzata come edificio da dedicare al tempo libero, ai ricevimenti e alle cerimonie.