Commento – Leggendo il testo del salmo 69 si è per consuetudine portati a datarlo all’epoca di Ezechia, nel periodo successivo alla campagna di Sennacherib contro la Giudea e il l’evitato assedio di Gerusalemme per un’epidemia che aveva colpito l’esercito. La Giudea era stata devastata dalla battaglia di Sennacherib, durante la quale furono espugnate ben 46 città. Fatta questa premessa si vede il pio giudeo, che parla nel salmo, trovarsi in contrasto con coloro che vedono l’Egitto come una soluzione ai mali della nazione, dimenticando Dio e convertendosi al relativismo religioso. Egli spera nella pace dei cuori ottenibile solo con la conversione a Dio, un cambiamento di visione delle cose che si sente di proporre nel tempo della benevolenza rappresentato dall’anno sabbatico.
Salmo 69 completo
[1] Al maestro del coro. Su “I gigli”. Di Davide.
[2] Salvami, o Dio: l’acqua mi giunge alla gola.
[3] Affondo nel fango e non ho sostegno; sono caduto in acque profonde e l’onda mi travolge.
[4] Sono sfinito dal gridare, riarse sono le mie fauci; i miei occhi si consumano nell’attesa del mio Dio.
[5] Più numerosi dei capelli del mio capo sono coloro che mi odiano senza ragione. Sono potenti i nemici che mi calunniano: quanto non ho rubato, lo dovrei restituire?
[6] Dio, tu conosci la mia stoltezza e le mie colpe non ti sono nascoste.
[7] Chi spera in te, a causa mia non sia confuso, Signore, Dio degli eserciti; per me non si vergogni chi ti cerca, Dio d’Israele.
[8] Per te io sopporto l’insulto e la vergogna mi copre la faccia;
[9] sono un estraneo per i miei fratelli, un forestiero per i figli di mia madre.
[10] Poiché mi divora lo zelo per la tua casa, ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta.
[11] Mi sono estenuato nel digiuno ed è stata per me un’infamia.
[12] Ho indossato come vestito un sacco e sono diventato il loro scherno.
[13] Sparlavano di me quanti sedevano alla porta, gli ubriachi mi dileggiavano.
[14] Ma io innalzo a te la mia preghiera, Signore, nel tempo della benevolenza; per la grandezza della tua bontà, rispondimi, per la fedeltà della tua salvezza, o Dio.
[15] Salvami dal fango, che io non affondi, liberami dai miei nemici e dalle acque profonde.
[16] Non mi sommergano i flutti delle acque e il vortice non mi travolga, l’abisso non chiuda su di me la sua bocca.
[17] Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia; volgiti a me nella tua grande tenerezza.
[18] Non nascondere il volto al tuo servo, sono in pericolo: presto, rispondimi.
[19] Avvicinati a me, riscattami, salvami dai miei nemici.
[20] Tu conosci la mia infamia, la mia vergogna e il mio disonore; davanti a te sono tutti i miei nemici.
[21] L’insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno. Ho atteso compassione, ma invano, consolatori, ma non ne ho trovati.
[22] Hanno messo nel mio cibo veleno e quando avevo sete mi hanno dato aceto.
[23] La loro tavola sia per essi un laccio, una insidia i loro banchetti.
[24] Si offuschino i loro occhi, non vedano; sfibra per sempre i loro fianchi.
[25] Riversa su di loro il tuo sdegno, li raggiunga la tua ira ardente.
[26] La loro casa sia desolata, senza abitanti la loro tenda;
[27] perché inseguono colui che hai percosso, aggiungono dolore a chi tu hai ferito.
[28] Imputa loro colpa su colpa e non ottengano la tua giustizia.
[29] Siano cancellati dal libro dei viventi e tra i giusti non siano iscritti.
[30] Io sono infelice e sofferente; la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
[31] Loderò il nome di Dio con il canto, lo esalterò con azioni di grazie,
[32] che il Signore gradirà più dei tori, più dei giovenchi con corna e unghie.
[33] Vedano gli umili e si rallegrino; si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
[34] poiché il Signore ascolta i poveri e non disprezza i suoi che sono prigionieri.
[35] A lui acclamino i cieli e la terra, i mari e quanto in essi si muove.
[36] Perché Dio salverà Sion, ricostruirà le città di Giuda: vi abiteranno e ne avranno il possesso.
[37] La stirpe dei suoi servi ne sarà erede, e chi ama il suo nome vi porrà dimora.