Cosa vedere a Vittorio Veneto, itinerario comprendente i principali monumenti e luoghi di interesse, tra cui Castello di San Martino, Cattedrale e Museo diocesano.
Informazioni turistiche
Collocata nella valle del fiume Meschio, alle pendici delle Prealpi, Vittorio Veneto è una cittadina sede di commerci e industrie.
Rilevante centro turistico collegato con lo sperone del Consiglio, l’abitato sorse sopra una roccaforte romana, nel corso della Grande Guerra fu teatro di una battaglia vittoriosa.
La città è formata dall’unione di due antichi comuni, verificatasi nel 1866, Ceneda, che si trova distesa in parte in pianura e in parte aggrappata alla collina, e Serravalle, che mantiene quasi intatto l’impianto medievale.
L’unificazione avvenne dopo la formazione del Regno d’Italia con l’appellativo di Vittorio, in onore del re d’Italia Vittorio Emanuele II.
Dopo la vittoria italiana sugli austriaci, nell’ultima battaglia che avvenne su questo territorio, alla fine della Grande Guerra, al nome Vittorio venne aggiunto Veneto, ottenendo l’attuale Vittorio Veneto.
Ceneda risale alla protostoria dei Veneti, come testimoniato da una necropoli in località ai Frati, con deposizioni risalenti al periodo compreso dall’ottavo secolo a.C. fino all’arrivo dei Romani, come dimostrato dalle molte tracce ritrovate nel sottosuolo risalenti a epoca romana, soprattutto al periodo in cui era imperatore Giulio Cesare.
Con molta probabilità il borgo di Serravalle, per la posizione strategica in cui sorge, che lo rendeva un punto di passaggio obbligato per andare verso la Valle Lapisina, nacque come presidio militare durante i primi anni dell’impero romano.
Nel 1866, per realizzare un nuovo centro cittadino, venne costruita Piazza del Popolo con i nuovi Giardini Pubblici, simbolo dell’unione dei due paesi.
Ceneda è dominata dal Castello di San Martino, antica sede vescovile, che si presenta nelle forme attuali dopo una riedificazione risalente al 1420.
Una galleria collegava anticamente il Castello di San Martino con il sottostante Castello dei Romagno, che non esiste più.
Cosa vedere a Vittorio Veneto
Dal Castello di San Martino, attraverso una strada panoramica chiamata via Brevia, si giunge alla Cattedrale sulla cui piazza si trova la Loggia cinquecentesca della Comunità di Ceneda, oggi sede del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
Nel quartiere di Serravalle si trova il Duomo, che nella forma attuale è frutto di una ricostruzione portata a termine nel settecento, contiene al suo interno una meravigliosa pala del Tiziano, raffigurante la Madonna col Bambino in gloria, posta sull’altare maggiore, oltre a due grandi dipinti di Francesco Canova, meglio conosciuto come Francesco da Milano, posti nel presbiterio.
La Cattedrale, dedicata a Santa Maria Assunta, si affaccia su piazza Giovanni Paolo I, così chiamata in onore del Vescovo Albino Luciani, futuro Giovanni Paolo I, Vescovo di Vittorio Veneto tra il 1958 e il 1969.
Le origini dell’edificio, come luogo di culto, sono con molta probabilità antecedenti all’arrivo del corpo di San Tiziano di Oderzo (VII, VIII sec.), patrono principale della diocesi, le cui reliquie sono conservate nella cripta.
La Cattedrale, distrutta dai Trevigiani nel 1199, fu ricostruita una prima volta in stile romanico, di cui il campanile ha mantenuto l’aspetto, e una seconda volta a partire dal 1740, in stile neoclassico.
L’edificio fu poi completato nel 1773 e consacrato il 26 settembre 1824.
La loggia, ex sede del governatore cittadino, venne ricostruita ispirandosi a forme gotiche intorno alla metà del quattrocento.
Di fianco alla facciata, dove sono visibili alcune tracce di affreschi, si eleva un bel torrione romanico.
L’edificio ospita il museo del territorio cenedese, che conserva reperti risalenti all’età romanica e longobarda, oltre a una piccola pinacoteca comprendente dipinti del quattrocento e del cinquecento, tra cui risaltano una pala del Canova e la celebre Madonna in stucco e cartapesta colorata, opera di Sansovino.
Lungo i portici di via dei Martiri della Libertà si trovano tipiche case risalenti al quattordicesimo e quindicesimo secolo, tra cui Palazzo Troyer e Palazzo Minucci con la chiesetta di Santa Croce.
Su via Mazzini si eleva la notevole chiesa gotica di San Giovanni Battista, che conserva affreschi quattrocenteschi, parzialmente attribuiti al pittore Del Fiore, oltre ad altre opere di Francesco da Milano e Jacopo da Valenza.
Fuori dal centro si trova la chiesa di Santa Giustina del 1100, rimaneggiata alla fine del sedicesimo secolo.
All’interno di questo edificio di culto è conservato il monumento funebre di Rizzardo IV da Camino, opera trecentesca di alcuni scalpellini veneziani.
Nei pressi di Porta San Lorenzo risalta la trecentesca costruzione dell’ospedale civile, insieme all’annessa chiesa di San Lorenzo, che conserva al suo interno un ciclo di affreschi del quattrocento e rappresenta una notevole testimonianza del gotico internazionale.
Su piazza Giovanni Paolo I si affaccia anche il Seminario Vescovile, che ospita il Museo Diocesano, una ricca Biblioteca e il Museo di Scienze Naturali “Antonio De Nardi”.
La Chiesa di Sant’Andrea di Bigonzo, che risale al IV secolo, si presenta oggi come il frutto di un rifacimento in stile romanico-gotico avvenuto nel quattordicesimo secolo.
Al suo interno, dove risaltano grandiosi edicole negli angoli, sono conservati affreschi cinquecenteschi e quadri del Frigimelica.
Percorrendo prima via Cavour e dopo l’alberato viale della Vittoria, che unisce Serravalle e Ceneda, si incontra Piazza del Popolo, dove si trova il monumento ai Caduti realizzato da Murer.
A Ceneda merita visitare la Chiesa Santa Maria del Meschio, al cui interno è possibile ammirare l’Annunciazione, opera cinquecentesca del Previtali.
Proseguendo si arriva in piazza della Cattedrale, comprendente oltre al Duomo anche la loggia Cenedese e il palazzo del Seminario.
La Cattedrale fu sottoposta a vari interventi di ristrutturazione a partire dal duecento, fino ad assumere l’attuale aspetto neoclassico, conferitole da Scotti nel 1750.
Il campanile risale alla costruzione originaria, nell’interno a tre navate sono conservati due dipinti di Jacopo da Valenza, collocati rispettivamente nel secondo e quarto altare destro, oltre ad altre opere risalenti al sedicesimo e diciassettesimo secolo.
La loggia cenedese, realizzata in eleganti forme rinascimentali su progetto di Sansovino, è decorata con affreschi di Pomponio Amalteo, visibili sotto il portico esterno.
In essa è ospitato il Museo della Battaglia, che conserva un repertorio a tema sull’occupazione austriaca del 1917-18.
Di fronte si trova il Palazzo del Seminario, dove a sede una biblioteca, mentre al centro della piazza è collocata una bella fontana cinquecentesca.
Percorrendo una stradina in salita posta sul lato sinistro della loggia cenedese, si arriva al Castello di San Martino, probabilmente costruito in epoca longobarda ma rimaneggiato nel quindicesimo secolo.