Cosa vedere a Vivara, itinerario alla scoperta della riserva naturale omonima, tra fiori, animali, resti archeologici e paesaggi di straordinaria bellezza.
Informazioni turistiche
L’isolotto o isola di Vivara si trova all’estremità nord occidentale del Golfo di Napoli in Campania, poco distante da Ischia e collegato tramite un ponte pedonale a Procida.
Vivara è stata nominata Riserva Naturale dello Stato al fine di tutelare la bellezza della sua natura, il suo valore botanico, faunistico, archeologico e paesaggistico.
Il territorio dell’isola raggiunge la massima altezza, 110 m. s.l.m., nella parte centrale, digrada dolcemente verso nord e verso sud, ed è molto ripido e scosceso sul versante occidentale e su quello orientale. La costa si presenta, salvo alcuni punti, inaccessibile dal mare.
All’estremo nord, rivolta verso Procida si trova punta Capitello, all’estremo sud si trova punta Mezzogiorno.
Punta d’Alaca ad ovest si affaccia sul punto più stretto del Canale d’Ischia, mentre La Carcara è il nome della costa orientale.
Dal punto di vista geologico, Vivara è un’isola è di origine vulcanica, la sua forma semicircolare rappresenta il margine occidentale dell’originario cratere vulcanico oggi sommerso, delimitato nella parte orientale dal promontorio di Santa Margherita nell’isola di Procida.
Il fondo del cratere è occupato dal Golfo di Genito, il tratto di mare che separa l’isola di Procida a quella di Vivara.
Cosa vedere a Vivara
Sotto l’aspetto archeologico scavi effettuati a Punta Mezzogiorno hanno riportato alla luce materiali risalenti ad un abitato della prima fase dell’età del Bronzo, che rappresenta l’insediamento più antico dell’isola.
A Punta d’Alaca sono stati individuati resti collocabili tra la seconda metà del XVI sec. a.C. e la prima metà del XIV sec. a.C., inoltre ricerche sottomarine nel Golfo di Genito hanno rivelato tracce di popolamento, sprofondate intorno alla fine dello stesso periodo a circa 10 metri di profondità, probabilmente a causa dei fenomeni di bradisismo, infatti in epoca preistorica il Golfo di Genito era una distesa di sabbia e ciottoli totalmente emersa che collegava la Zona di Santa Margherita di Procida con l’area del cratere vivarese, e costituiva un punto di approdo all’isola.
Per i romani l’isola fu un luogo di caccia e le acque del Golfo di Genito un vivaio di pesci. Nel 1634 sull’isola si andava a caccia e nel 1681 fu costruita sul punto più alto di Vivara una villa ed alcuni edifici colonici. Verso la metà del settecento, il re Carlo III di Napoli, fece di Vivara una sua riserva di caccia.
Nel 1818 Vivara fu ceduta come demanio pubblico al Comune di Procida, poi passò in mano a privati che attraverso lavori di terrazzamento introdussero coltivazioni di vigneti ed uliveti. Nel 1940 la proprietà dell’isola fu lasciata all’Ospedale di Procida, l’attuale proprietario.
Nel 1974 l’isola fu dichiarata Oasi di Protezione Naturale dalla regione Campania, successivamente il suo territorio fu sottoposto a vincolo archeologico. Dal 2002 Vivara è diventata Riserva Naturale Statale e sito di importanza comunitaria.