Curiosità e informazioni su villa il Pino, avvicendamenti nel corso della storia e stili architettonici impiegati con particolari decorazioni.
Da monastero a villa
L’antica villa il Pino, situata a Firenze in via Bolognese, era inizialmente un monastero femminile appartenente all’Ordine Cistercense, un ordine monastico nato a Citeaux, una cittadina della regione francese della Borgogna, nel 1098.
Fu voluta da Maso di Bartolino di Drudolo della Lastrabar il quale lasciò detto nel suo testamento che fosse edificato un monastero su un suo podere da dedicare a San Bartolomeo alla Lastra.
L’edificio fu messo in costruzione nel 1354 e, una volta finito, nel 1360 diventò la residenza delle monache e fu consacrato dal vescovo Andrea Corsini.
Ma nel 1424 ci furono forti malumori tra le monache e il vescovo di Fiesole per questioni autoritative, in quanto le consacrate volevano dipendere solo all’abazia di Settimo mentre i vescovo voleva esercitare su di esse il suo potere.
Alcuni anni dopo il convento venne dismesso e ne furono incorporati tutti i beni nel patrimonio della diocesi fiesolana per opera del papa Niccolò V.
A seguito di questi eventi cambiò la destinazione di uso che fece diventare l’edificio una villa suddivisa in due parti, di cui una adibita ad abitazione signorile e l’altra con funzione di canonica per la parrocchia di Santa Croce al Pino.
Nel secolo diciannovesimo fu acquistata prima dalla famiglia Della Gherardesca e in seguito dai Ruegger che ne intrapresero un profondo restauro.
Per quanto riguarda l’architettura, vedendo la villa oggi, essa appare in uno stile settecentesco, adiacente alla chiesa di Santa Croce al Pino, con decorazioni in pietra serena sulla facciata e uno stemma nobiliare dei Della Gherardesca posto su di un lato.