Come si gioca a tressette, linguaggio, punteggio

Come si gioca a tressette, origini, mazzo di carte, numero di giocatori, linguaggio, punteggio e regole, accuse e in cosa consiste il cappotto.

Linguaggio del tressette

Questo gioco, importato dagli spagnoli, sembra abbia iniziato a diffondersi in Italia intorno al XVI secolo.

Si dice che ad inventarlo furono dei muti, perché non si può parlare molto durante la partita, di conseguenza per comunicare il gioco al proprio compagno è di solito usato il linguaggio dei segni.

Mazzo di carte

Per giocare a tressette si usa il mazzo italiano di 40 carte, formato da quattro gruppi di carte di seme diverso, comprendenti 10 carte ciascuno. Le carte che fanno parte di ciascun gruppo sono:

– un 1 (asso)

– un 2, un 3, un 4, un 5, un 6, un 7

– una donna (o fante)

– un cavallo (o regina)

– un re

I quattro semi sono: coppe, spade, bastoni, danari. Le carte dette buone, fondamentali per la vittoria a tressette sono, l’asso, il 2 e il 3.

Le carte di poco valore ai fini del gioco e del punteggio sono: il 4, il 5, il 6 e il 7, comunemente chiamate “cartine o scartine”.

Il terzetto delle figure può essere formato, a seconda delle regioni, da: donna, cavallo e re, o fante, regina e re, oppure fante, cavallo e re.

Giocatori

Il tressette si può giocare in due o in quattro. Nel secondo caso i giocatori si dividono in coppie.

I due giocatori di ogni coppia si siedono al tavolo uno di fronte all’altro.

Punteggio

A tressette le carte hanno valore solo in rapporto a carte dello stesso seme. Bisogna rispondere al gioco dell’avversario sempre con una carta dello stesso seme.

Per prendere con una nostra carta, la carta sul tavolo, occorre giocare una carta dello stesso seme, ma di valore di presa superiore, vale a dire, rispetto ad un 5 di spade, ha valore di presa un 6 di spade.

Fatta una presa, il giocatore metterà le carte conquistate davanti a sé, a faccia in giù sul tavolo.

Se il giocatore non ha in mano nessuna carta di seme uguale a quella giocata dall’avversario, egli deve scartarne una di seme diverso, cercando di non mettere sul tavolo carte di valore ai fini del punteggio.

Il valore delle carte di ogni seme, è in ordine decrescente: 3, 2, asso, re, cavallo, donna, 7, 6, 5, 4.

Pertanto le carte di maggior valore a tressette sono: i 3, i 2, gli assi e le figure di ciascun seme.

Le carte di tressette hanno i seguenti valori, non ai fini del punteggio, ma ai fini della tattica di gioco:

– l’asso vale 16

– il 2 vale 12

– il 3 vale 13

Se un giocatore ha un Asso e un 2 dello stesso seme, ha in mano un 28, se invece ha un asso e un 3, possiede un 29.

Se il giocatore è in possesso di un 25, vuol dire che ha in mano un 2 e un 3, sempre dello stesso seme.

Ai fini del punteggio finale i 2 e i 3 valgono come le figure.

Per calcolare i punti conquistati in una mano si sommano tutte le figure, compresi i 2 ed i 3, poi si divide questa somma per 3.

Quando non è esattamente divisibile per tre, il risultato della somma si arrotonda. Pertanto ai fini del punteggio finale:

– L’asso vale 1 punto

– il 2, il 3 e ogni figura valgono 1/3 di punto

– un punto viene assegnato alla coppia che fa l’ultima presa di una mano.

Di regola vince la coppia che raggiunge per prima i 21 punti.

Il cappotto

Se i giocatori, prima di iniziare a giocare, scelgono di applicare la regola del “cappotto” alla partita, il procedimento è il seguente: quando una coppia arriva a 21 punti e l’altra non ha ancora raggiunto gli 11, quest’ultima è costretta versare alla prima il doppio di quanto era stato scommesso all’inizio della partita.

Quanto una coppia arriva a 11 punti e l’altra non ha ancora fatto nessun punto, allora si dice che la prima coppia ha vinto la partita “cappotto”.

In questo caso la coppia perdente deve dare alla coppia vincente il triplo di quanto stato stabilito per la vincita.

Le accuse

I giocatori possono scegliere di giocare a tressette con le accuse. Per “accusa ” si intende la dichiarazione di possesso di carte specifiche.

Questa dichiarazione comporta, ai fini del punteggio finale, l’assegnazione di punti.

Una volta che i giocatori avranno concordato che durante la partita saranno accettate le accuse, sarà il singolo giocatore a valutare se accusare oppure no. Le combinazioni di carte che permettono le accuse sono:

– l’asso, il 2 e il 3 di uno stesso seme, la cosiddetta napoli o napoletana e vale tre punti.

– il bongioco (o buon gioco), un tris di assi, di due oppure di tre. Tale combinazione vale tre punti. Nel caso di quattro carte uguali il bongioco vale quattro punti.

Le accuse si fanno prima del secondo giro di mano, vale a dire, dopo che tutti giocatori hanno giocato la loro prima carta.

Chi accusa la combinazione di: tre 3, tre 2 o tre assi, deve dire di quale seme è la carta che gli manca per formare il quartetto, dichiarando così indirettamente, le carte che ha in mano.

Preliminari

Il mazziere, colui che si occupa della distribuzione delle carte, si rivolge al giocatore che si trova alla sua sinistra e gli fa dividere il mazzo in due mazzetti più piccoli.

Dopodiché prende il mazzetto di carte che stava sotto, prima della divisione, e lo mette sopra l’altro, quindi inizia a distribuire le carte nel seguente modo: consegna cinque carte al giocatore che si trova alla sua destra, e proseguendo in senso antiorario ne consegna cinque a ciascun giocatore, fino ad aver distribuito, a cinque a cinque, tutte le carte.

Pertanto ogni giocatore inizia a giocare con dieci carte in mano.

Il giocatore che possiede il 4 di danari giocherà per primo, chi ha il 5 o il 6 di danari, sarà il suo compagno di gioco.

Se il giocatore primo di mano, cioè quello che siede alla destra del mazziere, ritiene che le carte in suo possesso non gli consentano di fare una buona partita, può proporre agli altri giocatori di mandarla a monte, ma se uno solo di loro si oppone, la proposta non viene considerata.

Nel caso in cui il mazziere ha sbagliato a dare le carte, e uno dei giocatori ne ha 9 e un altro 11, sarà il primo di mano a decidere se chiedere una nuova distribuzione delle carte, oppure dire al giocatore che ha 9 carte, di pescarne una tra quelle, coperte, del giocatore che ne ha 11.

Nel gioco del tressette, riguardo alle carte che abbiamo in mano, si dice è “seconda”, o “terza” o “quarta” ecc., quando si ha in mano anche un’altra o più altre carte di valore inferiore dello stesso seme.

Per esempio, un re di bastoni è detto di “terza” se chi lo ha in mano possiede anche un 6 e un 4 dello stesso seme, oppure un 25 di coppe, è detto di “terza” se il giocatore che ha in mano il 2 e il 3 di coppe che formano il 25, possiede, per esempio anche un cavallo dello stesso seme.

Svolgimento del gioco

Ogni giocatore a turno, iniziando dal giocatore primo di mano e proseguendo in senso antiorario, mette una carta sul tavolo.

Tutti gli altri giocatori dovranno giocare una carta dello stesso seme di quella giocata dal primo di mano.

I giocatori che non hanno in mano nessuna carta di quel seme, devono mettere sul tavolo una carta di seme diverso.

Vince la mano, conquistando tutto il mucchietto di carte giocate, il giocatore che ha messo sul tavolo la carta di valore più alto, naturalmente dello stesso seme di quella giocata dal primo di mano.

Il giocatore che ha fatto la presa, giocherà per primo nel giro seguente e così via di seguito.

Nel gioco del tressette la carta di maggior valore, detta la carta sovrana, è il 3.

Quando il 3 è già stato giocato, si considera carta sovrana il 2, e poi se è uscito il 2, l’asso, fino ad arrivare anche al 4, nel caso in cui tutte le altre carte superiori di quel seme siano già state giocate.

In questo caso il giocatore che gioca il 4, deve dire questo è un 3, per specificare la sovranità di quella carta, in quel momento del gioco.

I giocatori di tressette possono parlare, comunicando il proprio gioco con dei termini specifici, solo quando sono “primi di mano”, per il resto è possibile comunicare solo con i segni.

Regole e suggerimenti

I termini usati nel tressette per far comprendere il proprio gioco sono:

– Busso, quando il giocatore vuole comunicare al compagno di gioco che è in possesso delle carte di tressette (2,3 e asso), del seme in gioco.

– Liscio, il giocatore vuole far sapere al suo compagno che ha ancora in mano delle carte del seme giocato, ma non sono carte di tressette, ma sono scartine. Per esempio se in tavola c’è una carta di bastoni, il giocatore che ha in mano un 3 di bastoni, dirà al suo compagno di gioco: “Busso”; se invece è in possesso di un 5 di bastoni dirà: “liscio”.

– Volo, sta ad indicare che quella che si sta giocando è l’ultima carta disponibile di un determinato seme.

Alle sopra esposte comunicazioni verbali corrispondono i seguenti gesti:

– Busso, si bussa a pugno chiuso sul tavolo.

– Liscio, si passa il palmo della mano una o più volte, a seconda di quante scartine abbiamo, sulla carta giocata.

– Volo, si lascia cadere la carta facendola “volare” sul tavolo.

Nel gioco del tressette, oltre a cercare di fare al più presto un punto, è opportuno non giocare per primo il seme scartato dal proprio compagno, perché probabilmente egli è debole in quel seme.

Quando si è primi di mano, è conveniente bussare un seme solo nel caso in cui si abbia gioco anche in altri semi.

Quando il compagno bussa, occorre rispondergli con la carta migliore che abbiamo, mentre quando bussano gli avversari, bisogna giocare la carta peggiore in nostro possesso.

Inoltre se abbiamo una carta singola non conviene giocarla, ma se il nostro compagno non ha chiamato il seme di quella carta, è bene giocarla prima possibile.